Travel in Italy
(Italiano) 12 Ottobre 2012 - Alcune Perle della Sicilia – Abbiamo già letto qualcosa alcuni mesi fa sulla Sicilia in generale e oggi iniziamo un tour virtuale dell’isola per vederla un pò più da vicino. Come è risaputo, nei secoli la Sicilia ha subìto varie dominazioni da parte di popoli stranieri: gli arabi, i normanni, gli svevi, gli angioini, gli aragonesi, gli spagnoli, i francesi. Naturalmente tutti hanno lasciato il segno della loro dominazione nell’architettura, la cucina, le abitudini e il linguaggio. Già nell’antichità greco-romana i siciliani parlavano correttamente il greco e il latino, poi con le seguenti colonizzazioni si è aggiunto il bizantino, l’arabo, il franco-latino, il catalano, fino al francese moderno e l’anglosassone. Nel periodo 1943-45 si sono aggiunti anche molti americanismi portati dalle truppe di occupazione. Visitiamo alcune delle città più belle, le cosidette “Perle”, di questa splendida isola. La prima è Palermo – dal greco “panormos” che è un composto di “pas” (tutto) e “hormos” (ampio porto). Ha una popolazione di circa 656.000 residenti ed è il capoluogo della regione siciliana. Il nucleo originario della città fu fondato nel IX secolo d.C. con gli arabi e veniva definita “paradiso in terra”. A testimonianza di quel periodo vediamo oggi il Castello della Zisa, dall'arabo aziz, cioè splendido, il Castello di Maredolce e il Parco della Favorita. Durante il periodo normanno e aragonese ci furono grandi sviluppi economici e culturali. Il suo Museo Internazionale delle Marionette è un un'istituzione che ha supportato la difesa dei pupi (dichiarati dall'Unesco "Capolavori del Patrimonio Orale e Immateriale dell'Umanità") e della tradizione del teatro popolare dei pupari. La santa patrona più famosa di Palermo è Santa Rosalia che rappresenta tutta la città e la festa di Santa Rosalia è una delle più belle del folklore siciliano con l'uso di maestosi e barocchi carri storici. Il celebre Palazzo dei Normanni è un esempio dello straordinario sincretismo artistico culturale palermitano, dove lo stile normanno romanico si unisce alla tradizione araba e bizantina. Si dice che il gelato sia stato inventato alla corte di Palermo e si è poi diffuso velocemente in tutta Italia. Sembra essere una derivazione del sorbetto, “sciarbat”, a base di ghiaccio, nato in Sicilia ma da mani arabe. Alla Sicilia si imputerebbe anche l'invenzione più importante della cucina Made in Italy, cioè la pasta! Allo stato attuale delle ricerche le tracce archivistiche più antiche degli antenati degli spaghetti e dei maccheroni si riferiscono ai mercanti Palermitani e Genovesi. La gastronomia palermitana è fortemente influenzata dalla cultura araba. La cassata è il dolce più celebre e il nome deriva dall'arabo “qas'at”, cioè casseruola. I famigerati cannoli, invece, sono di invenzione monastica e sono rigorosamente a base di ricotta di pecora. Le crocchette di patate sono palermitane e nelle friggitorie si accompagnano alle panelle che sono delle ottime frittelle di farina di ceci, anch'esse di origini arabe. E ora proseguiamo per un’altra “Perla della Sicilia”...........
(English) October 12, 2012 - Some Sicilian Pearls – A few months ago we read some information regarding Sicily in general and today we begin our virtual tour of the island to see it a bit more in-depth. As many people know, over the centuries Sicily was under the domination of many foreigners: Arabs, Normans, Swabians, Angevins, Aragonese, Spanish and French. Of course, each one of these populations left a mark of the influence of its domination in the architecture, the cuisine, the customs and the language. During the ancient Greek and Roman colonization the Sicilians spoke fluent Greek and Latin. Later, thanks to the various colonizations that followed, they learned Byzantine, Arabic, French-Latin, Spanish and modern French and Anglo-Saxon. Many Americanisms, which were brought by the occupational troops between 1943 and 1945, were added to their language. Let’s take a closer look at some of the most beautiful cities, those defined as “Pearls”, of this splendid island. The first one is Palermo – from the Greek “panormos” which is made up of the words “pas” (all) and “hormos” (large port). It has a population of about 656.000 residents and is the “capoluogo” of the Sicilian region. The original city centre was founded in the IX century A.D. by the Arabs and was considered a paradise on earth. As testimony of that splendour today we can see the Castello della Zisa, from the Arabic word “aziz” which means splendid, the Castello di Maredolce and the Parco della Favorita. During the Norman and Aragonese dominations there were major economic and cultural developments. Its Museo Internazionale delle Marionette (International Puppet Museum) is an establishment that supports the protection of the “pupi” or puppets (declared by Unesco as “Masterpieces of the Oral and Intangible Heritage of Humanity”) and the traditional puppet theatre puppeteers. The patron saint of Palermo is Santa Rosalia who represents the entire city and she is celebrated with one of the most beautiful traditional feasts where majestic baroque historical floats line the city streets. The famous Palazzo dei Normanni is an excellent example of Palermo’s artistic and cultural syncretism where the Norman Romanic style meets the traditional Arab and Byzantine one. It seems that the “gelato” (ice cream) was invented at the court of Palermo and its use quickly spread throughout Italy. It is believed to be a derivation of the “sorbetto”, “sciarbat”, made from ice, which was created in Sicily but made by Arabs. Sicily is also attributed with the invention of a very important element Made in Italy and that is the pasta! The results of recent research say that the oldest traces of mention of the ancestors of spaghetti and maccheroni are connected to the merchants of Palermo and Genoa. The gastronomy of Palermo was strongly influenced by the Arab culture. In fact, the “cassata” is its most famous sweet and the name comes from the Arabic “qas'at” which means saucepan. The infamous “cannoli”, instead, were invented in a monastery and are still today strictly made with sheep ricotta cheese. The potato croquettes were invented in Palermo too and are found in all the shops which sell fried foods along with the “panelle”, the excellent chickpea patties of Arab origin. Let’s now go to see another “Pearl of Sicily”………….
(Italiano) 12 Agosto 2012 – L’Italia e i suoi dialetti - Ciao a tutti gli amici del mio Blog! E’ un anno che abbiamo iniziato questo nostro viaggio virtuale e la Castelli Institute vi ringrazia per averci seguito in giro per l’Italia. Speriamo di esservi stati di aiuto nell’apprendimento della lingua italiana. Speriamo anche di avervi fatto apprendere qualcosa in più sulla nostra bellissima terra. Da oggi vogliamo approfondire non solo i luoghi ma anche alcune delle cose più interessanti di questo bel paese, cose che si possono vivere con un tour con Castelli Institute. Iniziamo per esempio con i dialetti. Per voi che studiate italiano sarà anche interessante capire qualcosa in più riguardo i nostri numerosi dialetti. Secondo gli esperti, sia la lingua letteraria che i dialetti hanno entrambe una formazione storica dovuta a vari fattori e l’una non può esistere senza l’altra. Il dialetto può essere regionale o urbano, cittadino o rustico, a testimonianza della estrema varietà in relazione al luogo. Prima dell'unità d’Italia nel 1861, in Italia esistevano essenzialmente la lingua letteraria (una lingua che ha una letteratura propria), prevalentemente scritta e conosciuta da una ristretta cerchia di borghesi, e una vasta moltitudine di dialetti urbani e rurali. In seguito all'unità, il processo di nazionalizzazione della lingua portò una certa complicazione alla realtà linguistica italiana. Manzoni auspicava che una lingua già strutturata si imponesse sulle altre. La diffusione della lingua letteraria subì molte contaminazioni e influssi dovuti alle aree geografiche dialettali. Questo segnò una miriade di varietà linguistiche e livelli d'uso. I maestri elementari, sopratutto nelle zone rurali, un pò per scarsa preparazione culturale e un pò per la necessità di farsi capire dagli allievi, continuavano ad usare i dialetti locali. Molte persone, quindi, per lo più di basso ceto sociale e scarsamente acculturate, iniziarono ad abbandonare il loro dialetto e usarono una forma di italiano popolare. I dialetti all’epoca furono condannati dalle istituzioni mentre oggi sono considerati invece una parte importante della tradizione linguistica nazionale. Dal punto di vista linguistico, i dialetti italiani e la lingua nazionale sono sullo stesso piano, entrambi hanno come origine il latino. Non è vero, come alcuni dicono, che i dialetti sono una corruzione dell’italiano. È vero invece che l’italiano e i dialetti hanno un diverso ruolo sociolinguistico. Il primo è la lingua della comunicazione all’interno della Repubblica Italiana mentre i dialetti hanno un uso più limitato. Al momento dell’unificazione d’Italia fu scelto il dialetto Toscano come lingua da adoperare ufficialmente. Questo mise fine a una secolare discussione, a cui aveva partecipato anche Dante (vedi il suo ‘De vulgari eloquentia’), che vedeva due fazioni contrapposte. Una fazione sosteneva la nascita di una lingua italiana sulla base di un dialetto e un'altra voleva creare una nuova lingua che prendesse il meglio dai vari dialetti. Fu la prima corrente a prendere piede agli inizi del 19° secolo grazie sopratutto al prestigioso parere di Alessandro Manzoni, ma molte critiche gli furono mosse da chi sosteneva che il Toscano era un dialetto come gli altri e che una vera lingua nazionale poteva nascere solo dopo l'incontro tra le varie culture del paese. Il Toscano ha avuto più diffusione di tutti perché ragioni culturali, storiche, economiche ecc. hanno fatto sì che la formidabile produzione letteraria del Trecento (Dante, Petrarca e Boccaccio), sviluppatasi in Toscana, venisse diffusa in gran parte della Penisola. Se, per esempio, la stessa sorte fosse toccata alla Scuola poetica siciliana del 12° secolo, oggi forse parleremmo una lingua con caratteristiche siciliane. A differenza di ciò che è accaduto in Francia o in Inghilterra, l’italiano si è diffuso senza l’appoggio di un apparato statale fino almeno all’unità d’Italia (circa l’80% della popolazione era quasi completamente analfabeta al momento della formazione dello Stato unitario). Con la conquista romana il latino si è diffuso in mezza Europa e soprattutto nel bacino del Mediterraneo sovrapponendosi alle lingue parlate in precedenza da quelle popolazioni. Dalla mescolanza di questi elementi e da quelli derivanti dalle successive invasioni barbariche si sono generati i vari dialetti d’Italia. Non tutti i dialetti italiani hanno come antenato il latino però. Alcuni comuni attorno al Monte Rosa nelle Alpi Pennine hanno origini tedesche, alcuni comuni veronesi e vicentini hanno origini cimbre, alcuni comuni friulani hanno origini carinziane, nel Sud-tirolo c’è un dialetto di origini bavaresi, c’è il dialetto sloveno del Friuli Venezia Giulia, quello croato nel Molise, i dialetti grecanici del Salento e nell’estremità meridionale della Calabria, e quello albanese diffuso in gran parte dell’Italia centro meridionale. Volete sapere quali sono i gruppi in cui si suddividono i dialetti italiani? Beh, guardate un pò questo sito: http://it.wikipedia.org/wiki/Elenco_dei_dialetti_d%27Italia
(English) – August 12, 2012 – Italy and its dialects - Hello dear friends who follow my Blog! It has been a year since we first started our virtual tour on this blog and Castelli Institute thanks you for following us around Italy. We hope to have been of some help to you in learning the Italian language. We also hope to have given you more insight on this beautiful country. As of today, we wish to delve more into the interesting things that one can actually experience in this great country, not only on the places to see, when travelling with a Castelli Institute tour. Let us talk, for example about the dialects. For those of you who study Italian, it is interesting to understand something more about our many dialects. According to the experts, both literary language and dialects have a historical background due to many factors and one could not exist without the other. The dialect can be regional or urban, it can be native of a city or a town, which gives testimony to the wide variety related to the different places. Prior to the unification of Italy in 1861, there were basically the literary language (a language with its own literature) which was mainly written and known by a limited number of middle class people, and a vast multitude of urban and rural dialects. Following the unification, the process of nationalization of the language brought about complications within the Italian linguistic reality. Manzoni wished that a language already structured and in use, be established as the national one. The diffusion of the literary language was subjected to much contamination and influenced by the dialectal geographical areas. This created a multitude of linguistic varieties and levels of usage. The elementary school teachers, mostly in the rural areas, continued to use the local dialect, partly due to their low cultural level and partly in order to make themselves understood by the students. Many people, therefore, mostly from the lower class and with a low level of education, began to abandon their dialect and used a form of popular Italian. In the past, dialects were condemned by the establishment whereas today they are considered an important part of the national linguistic tradition. From a linguistic point of view, the Italian dialects and the national language are on the same level, both having Latin origins. It is not true that dialects are a corruption of the Italian language, as some people say. It is true, instead, that the Italian language and the dialects have a different sociolinguistic role. The first is the language used to communicate within the Italian Republic while the dialects have a more limited use. When Italy was unified, the Tuscan dialect was chosen as the official language. This put an end to the century-old debate, to which even Dante had participated (see his ‘De vulgari eloquentia’), which saw two opposing factions. One wanted to see the birth of an Italian language based on a dialect, while the other wanted to create a new language that would take the best from various dialects in use. The first current of thought took over at the beginning of the 19th century thanks mostly to the prestigious influence of Alessandro Manzoni, but he received much criticism from those who believed that the Tuscan dialect was a dialect like all the others and that a truly national language could originate only from a fusion of the various cultures in the country. The Tuscan dialect was more popular than the others because cultural, historical, economic reasons etc. had made it possible for the formidable production of literature of the 14th century (Dante, Petrarca, Boccaccio), which had developed in Toscana, to become known in most of the Italian peninsula. If, for example, this had happened to the Sicilian school of poetry in the 12th century, then perhaps today we would be speaking a language with distinct Sicilian characteristics. Unlike what happened in France and England, the Italian language spread without the support of any state apparatus, at least up until the unification of Italy (about 80% of the population was almost illiterate at the time of the unification). With the roman conquest, Latin was spread throughout Europe and above all in the Mediterranean area, smothering the languages previously spoken by the people of the territory. The Italian language was born from the fusion of these elements and those which came with the subsequent barbarian invasions. Not all the Italian dialects have a Latin ancestor though. Some areas around the Monte Rosa in the Alpi Pennine have Germanic origins, some areas around Verona and Vicenza have Cimbrian origins, some areas around Friuli have Carinthian origins, in the South Tyrol there is a dialect of Bavarian origin, there is a Slovenian dialect in the Friuli Venezia Giulia region, a Croatian one in Molise, Greek dialects in the Salento and extreme south of Calabria, and finally there is an Albanian dialect which is quite widespread in the central and southern regions of Italy. Do you wish to know which ones are the groups in which the Italian dialects are subdivided? Well, take a look at this interesting website: http://it.wikipedia.org/wiki/Elenco_dei_dialetti_d%27Italia
(Italiano) 24 Luglio 2012 – Barga, Toscana – La più Scozzese delle città Italiane, con poco più di 10,000 abitanti, molti dei quali scozzesi. Barga è un borgo circondato da mura medievali nel cuore della Garfagnana, situata nel bellissimo angolo montuoso della Toscana del nordovest. Una località pittoresca nelle colline Apuane che è molto legata alla Scozia dal 19° secolo quando molti dei suoi abitanti emigrarono in Scozia per scappare alla fame e la carestia. Infatti, in quel periodo, Glasgow offriva molte opportunità di lavoro nei cantieri navali. Questo legame tra i due paesi dura ancora oggi, molti parenti di questi primi pionieri tornano di anno in anno e alcuni si sono anche stabiliti qui. Nel 2009 fu fondato il Barga Celtic Supporters Club, ufficialmente affiliato al ‘Celtic Supporters Association’ ed è un punto di riferimento per ogni tifoso e simpatizzante della squadra calcistica di Glasgow. Questa passione fu importata dai barghigiani che in un passato difficile emigrarono numerosi in Scozia e che, uniti ai loro discendenti, tornano puntuali ogni anno a visitare la loro terra d’origine. Ogni anno d’estate, tra Luglio e Agosto, si svolge la Sagra del Pesce e Patate (Fish and Chips Festival) dove, presso lo Stadio Comunale J. Moscardini di Barga, tutte le sere si può gustare la specialità del pesce e patate cucinato secondo la migliore tradizione bargo – scozzese. Proprio gli emigranti barghigiani in Scozia, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, avevano aperto in terra straniera alcuni dei primi ristoranti che servivano “fish and chips”. Negli ultimi anni la sagra ha avuto tanto successo da ricevere importanti riconoscimenti come l’articolo sul quotidiano “The Independent” ed un servizio televisivo della BBC. Questo piccolo paradiso in terra è molto vicino a Firenze e Siena e questo fa sì che si possono organizzare visite in giornata sia in macchina che in treno. E’ una zona dove si possono ammirare colline e laghi ma anche gustare deliziosi frutti di bosco, castagne e funghi Porcini. Con le sue strette viuzze a ciottoli, le sue piccole piazze, le scalinate ripide ed il suo magnifico Duomo, Barga è una cittadina caratteristica e senza tempo, non violata dal turismo di massa. Non la si visita solo per i suoi monumenti storici e la sua ricchezza artistica, ma anche perchè dall’alto del suo colle i visitatori possono ammirare la verde vallata del fiume Serchio e le Alpi Apuane, famose per le cave di marmo. Le sue case sono raggruppate intorno alla cattedrale che domina tutto e che risale a prima dell’anno mille. Fu fondata nel IX secolo e negli anni successivi ulteriori lavori furono aggiunti fino al suo completamento tra il 1500 e 1600. Fu danneggiata durante il terremoto del 1920 ma fu completamente restaurata. Molti pittori britannici e americani hanno tratto ispirazione sia dalla cittadina di Barga che dal paesaggio circostante. E’ famosa per il suo festival musicale estivo e ospita ogni anno eventi tradizionali come l’Opera Barga ed il Barga Jazz. Ospita, inoltre, mostre contemporanee internazionali e mercati all’aperto dove vengono promossi i vari prodotti stagionali della zona come le castagne, il formaggio pecorino, il cinghiale ed i funghi Porcini. Barga Giardino è il nome della zona più nuova dove i visitatori possono trovare tutto ciò di cui hanno bisogno, dalle banche ai supermercati alla gelateria ed i negozi. Nel 2008 nacque il progetto iBarga dove si sfruttava la tecnologia dei codici Qr (dall’inglese ‘quick response code’ cioè risposta rapida) per i punti di interesse turistico nel paese, le chiese, le piazze, i palazzi storici, ristoranti, negozi, alcuni alberghi ed il giardino di Barga. Divenne così il primo centro storico in Italia ad usare il codice a barre. E’ una matrice non molto diversa da quella che vediamo sui prodotti nei supermercati che vengono passati alla cassa sopra uno speciale sensore che ne decodifica il prezzo. Inquadrando il codice con la fotocamera di uno smartphone ci si collega direttamente alla rete per trovare informazioni sui musei, gli spettacoli, i ristoranti, i negozi, le farmacie di turno, il servizio bus ed orari di voli. A Dicembre del 2012, dopo un periodo di prova di due anni, il progetto fu reso pubblico ed i turisti oggi possono avere informazioni precise ed in tempo reale riguardo la città sui loro cellulari ed in dieci lingue diverse. Giovanni Pascoli, famoso poeta italiano nato in Romagna nel 1855, scrisse la celebre poesia “L’Ora di Barga” durante uno dei suoi soggiorni a Barga e fu seppellito a Castelvecchio di Barga nel 1912.
(English) 24 July 2012 – Barga, Tuscany – The most Scottish city in Italy, home to a little over 10,000 people, many of which are Scottish. Barga is a medieval walled city, in the heart of Garfagnana, nestled in the beautiful mountainous northwest corner of Tuscany. A picturesque hamlet high up in the Apuane hills that has a Scottish legacy that goes back to the 19th century when many of its inhabitants migrated to Scotland to escape famine and poverty. In fact, in those years Glasgow offered many job opportunities in its shipyards. These links between the two countries still remain today and many of the relatives of these original pioneers come back from time to time while some have decided to stay. The Barga Celtic Supporters Club, which was founded in 2009, is officially affiliated with the Celtic Supporters Association and is a focal point for every supporter and fan of the Glasgow team. This passion was adopted by the citizens of Barga who, under difficult circumstances in the past, emmigrated in great numbers to Scotland and who, along with their descendants, return each year to visit their country of origin. The Fish & Chip Festival takes place every summer, between July and August, in the Barga Football Stadium J. Morscardini, where every evening one can enjoy delicious fish & chips fried in the best traditional Barga-Scottish way. Some of the very first fish & chip restaurants that opened in Scotland, between the late 1800s and early 1900s, were in fact run by people who emigrated from Barga. Recently, the festival has been so successful that it has received recognition with an article in “The Independent” and on BBC news. This earthly paradise is close enough for day trips by either car or train to both Florence and Siena. It is an area where one can admire hills and lakes but also enjoy delicious berries, chestnuts and Porcini mushrooms. Barga, with its narrow cobbled lanes, tiny squares, steep stairwells and impressive Duomo is quaint and timeless, untouched by mass tourism. One doesn’t only visit it for its monuments and artistic richness but also because from the top of its hill visitors can admire the green valley of the Serchio River and Apuan Alps, renowned for their marble quarries. The houses are gathered around the dominant cathedral which dates back to before the year 1000. It was originally founded in the 9th century and over the following years more additions were made, up to its completion between the 1500s and 1600s. It was damaged during an earthquake in 1920 but was then completely restored. Many British and American painters have been inspired both by Barga and by the surrounding countryside. It is famous for its summer music festival and hosts traditional musical events such as Opera Barga and Barga Jazz. It also hosts international contemporary art exhibitions and outdoor markets which promote the various products of the seasons from chestnuts to pecorino cheese to wild boar to Porcini mushrooms. Barga Giardino is the name given to the newer district where visitors can find everything they need, from banking to supermarkets and from ‘gelaterie’ to corner shops. In 2008 Barga became the first historic centre in Italy to be mapped and equipped with QR codes (quick response codes) for all of the major points of interest for visitors, i.e. churches, squares, historical buildings, restaurants, shops, some hotels and the Barga gardens. The codes are not so different from the ones we see on the products sold in our supermarkets, which are read by a sensor at the cash registers in order to see their price. By passing the camera of a smartphone over the code, one is directly connected to the net where information can be found regarding museums, shows, restaurants, shops, which chemists are open in town, and bus and flights timetables. In December 2012, after a two-year trial period, the project was released to the public under the name iBarga and visitors can now get precise, up-to-date information about the city on their mobile phones and in 10 different languages. Giovanni Pascoli, famous Italian poet born in 1855 in the Romagna region, wrote his renowned poem "L'Ora di Barga" during one of his stays in Barga and was later buried in Castelvecchio di Barga in 1912.
(Italiano) 27 Giugno 2012 – Trentino e le Dolomiti – Non c’è posto migliore da visitare quando fa caldo d’estate della regione Trentino dove si possono ammirare le meravigliose Dolomiti! Si trova nel cuore dei parchi naturali ed è circondato da fantastici laghi e imponenti vette. Il Trentino offre una natura incontaminata. Le montagne del Trentino hanno molto da offrire agli amanti della natura. Alcuni dei monti più famosi sono la Marmolada, regina delle Dolomiti, e le Pale di San Martino. Le Dolomiti sono intese come sezione delle Alpi tra l’Adige ed il Piave suddivisa tra le province di Trento, Bolzano e Belluno. Prendono il nome dal geologo francese Déodat de Dolomieu, cui si devono i primi studi su questo particolare carbonato doppio di calcio e magnesio, pubblicati nel 1791. Vengono chiamati i Monti Pallidi, dalla colorazione rosso-arancio che assume il chiaro della roccia alla luce del tramonto. Questa brillantezza alpina è un fenomeno che rende le Dolomiti conosciute in tutto il mondo e simili ad un paesaggio da favola. Godono, per la loro bellezza, di una fama che va oltre la loro relativa altezza, tanto da meritare ufficialmente nel 2009 il riconoscimento di Patrimonio Naturale dell’Umanità da parte dell’UNESCO. La vetta più alta è la Marmolada (Punta Penia, 3.343 metri slm) e la prima scalata fu nel 1864 da Paul Grohmann. Il Trentino viene definito anche “la Finlandia d’Italia” grazie ai suoi 297 specchi d’acqua ed il grande numero di fiumi che coprono un territorio di circa 35 kilometri quadrati. La diversità di laghi nel Trentino è tanto grande quanto le loro sfumature di colori: dall’azzurro al verde smeraldo degli specchi d’acqua di fondovalle, dei laghi di mezza montagna o altipiani, ai laghetti alpini incastonati tra le montagne. I laghi del Trentino non sono solo caratterizzati dalla limpidezza della loro acque, ma anche dalla pescosità. La provincia di Trento è da sempre territorio di confini, ma è soprattutto un importante luogo di incontro di aree culturali. E’ un territorio dove passi montuosi e altipiani incontrano verdi vallate ed è una terra dove diverse persone e culture si incontrano. Nell’antichità si incontrarono i romani ed il popolo celtico, nel medioevo i retoromani e gli invasori germanici, più tardi si mischiarono le culture tedesche, italiane e ladine. La sua storia e la posizione abbastanza isolata di alcune vallate, hanno reso questo territorio ricco di storie e tradizioni che si conservano ancora oggi, ma è ricco anche di minoranze linguistiche e . . . di specialità gastronomiche. Lo speck, per esempio, è il risultato di un particolare processo eseguito sulla spalla disossata di maiale cruda, trattata ed affumicata per permetterne la conservazione. Si mangia cruda a fette molto sottili, da accompagnare ad esempio con scaglie di grana e rucola, o a fette più grosse, cotta ai ferri dopo averla passata in olio d’oliva con alcune gocce di aceto. La polenta è un alimento di antichissima origine, molto comune nelle regioni dell’Italia settentrionale. Dalla polenta di farina gialla alla caratteristica polenta nera a base di grano saraceno. Inutile dire che sono centinaia le ricette che vedono protagonista la polenta, servita di volta in volta con cacciagione, formaggi o funghi. I canederli sono un primo piatto tipico e si tratta di gnocchi di pane, latte e uova, solitamente insaporiti con aggiunta di speck, prosciutto, formaggio e prezzemolo. Possono essere serviti sia con il brodo di cottura oppure “asciutti”, con il burro fuso. Il Trentino è una delle regioni europee più importanti per la produzione di mele di qualità. Tra quelle più coltivate troviamo Golden Delicious, Stark Delicious, Granny Smith, Royal Gala, Winesap, Morgenduft, Fuji e Braeburn, ma anche le più tradizionali Renetta e Canada. La quasi totalità della coltivazione è basata sulle tecniche di produzione biologica, biodinamica o integrata. Questa è finalizzata alla drastica riduzione dei trattamenti chimici e alla sostituzione di questi con ritmi biologici naturali, allo scopo di fornire una produzione il piu’ possibile genuina che, allo stesso tempo, salvaguardi e rispetti l’ambiente. La cucina trentina utilizza le mele per alcuni dolci tipici come il famoso strudel! Il Trentino vanta una lunga tradizione vitivinicola ed è un produttore di vini pregiati. Tra i bianchi locali spicca soprattutto il Nosiola, dall’omonimo vitigno nella Valle dei Laghi e della Val di Cembra. Dall’appassimento delle sue uve si ottiene il rinomato Vino Santo Trentino. Tra i vini rossi locali invece spicca soprattutto il Marzemino ed il Teroldego Rotaliano. I Mercatini di Natale del Trentino sono conosciuti in tutto il mondo. Il tempo prenatalizio nel Trentino é pieno di luci, colori, vin brulè e biscotti fatti in casa. Nella città di Trento le bancarelle sorgono ai piedi delle antiche mura in Piazza Fiera, con angeli e presepi, candele, sculture di legno e tanto altro. Piazza Battisti invece si trasforma in Piazza dei Bambini con spettacoli e un ospite speciale - Babbo Natale!
(English) June 27, 2012 – Trentino and the Dolomites – What better place to be in when it’s hot in the summer than the Trentino region where we can admire the marvelous Dolomites! This region is in the heart of the nature parks and is surrounded by fantastic lakes and impressive mountain peaks. Trentino offers fresh mountain air and lush meadows. Its mountain landscape is varied and has much to offer for nature lovers. Some of the most famous mountain ranges are the Marmolada, queen of the Dolomites, and the Pale di San Martino. The Dolomites are a mountain range which includes different Italian provinces: Trento, Bozano and Belluno. The name comes from the French geologist Déodat de Dolomieu who was the first to study this particular type of rocks and whose studies were published in 1791. They are called the “Pale mountains” due to the particular color of the rock which gives them a very unique reddish-orange hue at sunset, an alpine glow phenomenon for which the Dolomites are known worldwide. They are renowned for their beauty and majesty which officially put them in 2009 on the UNESCO World Heritage list. Its highest peak is the Marmolada (10,967.84 ft.) and the first ascent was made in 1864 by Paul Grohmann. The Trentino region is also called “little Finland” thanks to its 297 lakes and a large number of rivers covering an area of about 22 square miles. The variety of lakes in the Trentino is as numerous as its colors: from azure blue to emerald green of the lakes situated at the bottom of a valley, on elevated plains, and even in the glacial area. The Trentino lakes do not only distinguish themselves thanks to the clearness of the water, but also the quantity of fish. The Trentino region has always been a territory of contrasts and encounters. It is a land in which mountain passes and elevated plains join hilly valleys and a land where different people and cultures come together. In ancient times the Romans and the Celtic people, then later, in Middle Ages, the Rhaeto-Romans and Germaic peoples populated this area, followed by the Germans, the Italians and the Ladins in more recent times who joined together and whose cultures mingled. Its history, but also the relatively insular geographic position of some of its valleys, have allowed this territory to have an extraordinary richness of culture and traditions that are still kept alive today, but it is also rich with minor linguistic groups and . . . gastronomic specialties. The “speck” for example is a meat which is the result of a particular conservation process used on the pork’s raw boneless shoulder which is treated and smoked. It is eaten sliced very thin and accompanied by small chunks of “parmigiano” cheese and “rucola” (rocket salad), or in thicker slices which are grilled and sprinkled with olive oil. “Polenta” is a food which has ancient origins and was quite common in the regions of northern Italy. It can be made from yellow corn flour or dark flour made from buckwheat. Needless to say, there are hundreds of recipes in which polenta is the main ingredient and is served with game, cheese or mushrooms. The “canederli” is a typical first course of the Trentino region. These are balls of bread mixed with milk and eggs and flavored with bits of speck, ham, cheese and parsley. They are either served in their cooking broth of sprinkled with melted butter. The Trentino is one of the most important regions in Europe for the production of quality apples. Some of the most famous are Golden Delicious, Stark Delicious, Granny Smith, Royal Gala, Winesap, Morgenduft, Fuji and Braeburn, but one can also find here the more traditional Renetta and Canada apples. Most of the cultivation is based on the techniques of biological, biodynamic and integrated production. This is done with the intention of drastically reducing the chemical processes and substituting these with more natural biological methods which aim is to produce a more genuine product while at the same time, safeguarding and protecting the environment. The Trentino cuisine uses these apples to make typical desserts such as the famous strudel! Trentino has a long historical tradition of wine making and produces rare wines. Its most renowned white wine is the Nosiola from the vineyards with the same name in the Valle dei Laghi and the Val di Cembra. Its grapes are also dried and used to make the famous Vino Santo Trentino. The most famous red wines of this region are the Marzemino and the Teroldego Rotaliano. The Trentino Christmas markets are well known around the world and the Christmas season in this region is full of lights, colors, vin brulè (mulled wine flavored with cinnamon, clove or orange peel and served warm) and homemade cookies. In the city of Trento the main square called Piazza Fiera, which is within the ancient city walls, is filled with stalls selling angels, figurines for mangers, candles, wood sculptures and so much more. Another square, Piazza Battisti, instead is transformed into a Children’s Square with shows and a special guest – Santa Clause!
(Italiano) 26 Maggio 2012 – Celano – Salve amici, pronti per una nuova avventura? Andiamo a Celano! Questa bellissima cittadina si trova in Provincia di L'Aquila in Abruzzo. E’ situato su una collina che un tempo dominava lago Fucino che è il più grande lago del centro Italia ma che verso la fine del 19° secolo fu prosciugato. La parte antica della cittadina è raggruppata intorno al castello dove una volta vivevano i potenti conti di Celano. Si trova a 800 metri sul livello del mare, dista 65 kilometri da L’Aquila e ha una popolazione di circa 10000 abitanti. Ha avuto un importante ruolo strategico in epoca romana, trovandosi proprio sulla via Valeria e lungo il Lacum Fucinum. Ha mantenuto un ruolo rilevante anche dopo la caduta dell'impero romano, come dimostrano gli insediamenti longobardi di Secuntiano, Oretino e Porciano. Originariamente la città medievale si trovava sulla sommità del Monte Tino ma fu distrutta nel 1223 da Federico II. In seguito, gli abitanti la ricostruirono dove ancora oggi sorge Celano. Nei secoli la Contea di Celano appartenne a molti feudatari. Celano oggi è un vivace centro agricolo e industriale. Ha moderni impianti sportivi e ha un crescente turismo culturale. A Gennaio, in onore di Santo Antonio, ci sono falò nella piazza principale. La prima settimana di Agosto c’è la celebre Sagra del Tartufo. Da visitare, il famoso Castello Piccolomini la cui costruzione fu iniziata nel 1392 e fu terminata un secolo più tardi da Antonio Piccolomini, il cui nome fu dato al castello. La chiesa di Santa Maria Valleverde, fondata nel XII secolo, contiene preziose opere d'arte. Le Gole di Celano, lunghe circa 5 kilometri, create dall'erosione carsica a causa della Foce del fiume, le cui maestose pareti di roccia sono in alcuni punti solo 3 metri di distanza. Non lontano da Celano si trova il sito archeologico di Alba Fucens, colonia romana nel 304 a.C., il cui nome deriva dalla posizione dell’abitato dal quale si poteva ammirare l’alba sul Lago del Fucino. Essa è racchiusa entro una cinta muraria lunga circa 3 kilometri conservatasi in gran parte fino ai giorni nostri. Tra le antiche mura si vedono i resti di abitazioni e, anche se gli scavi non sono sistematici, resti di palazzi, strade ed un esteso sistema di passaggi sotterranei usati forse come collegamenti dei sistemi di difesa del sito. La cucina Abruzzese è molto ricca. Tra i primi troviamo i maccheroni e gli spaghetti alla chitarra, realizzati con un attrezzo detto appunto chitarra (la sfoglia si pone sopra la chitarra e viene pressata con il matterello facendolo scorrere in avanti e indietro, in modo che i fili della chitarra taglino la sfoglia) che conferisce alla pasta uno spessore squadrato e una consistenza porosa che consente al condimento di aderire completamente. I sughi generalmente usati sono il ragù misto di carne di manzo, maiale e agnello. Meno tradizionali sono i sughi di cinghiale o lepre. Tra le paste fresche c’è quella allo “sparone” (strofinaccio) ripiena di spinaci, ricotta e formaggio grattato che viene cucinata tutta avvolta in uno strofinaccio bianco. Dopo averla bollita, viene tolto lo sparone, tagliata a rondelle che, condite con del sugo di pomodoro, si fa gratinare in forno. Ottima la Polenta all'Abruzzese condita con sugo, pancetta, salsicce, cipolla e abbondante pecorino grattugiato. Come secondi troviamo gli arrosticini, consistente in carne ovina tagliata a tocchetti ed infilata in spiedini, la cui cottura avviene su di un braciere. Altre alternative sono porchetta ed il tacchino alla canzanese che viene servito freddo, insieme alla gelatina ottenuta facendo riposare e raffreddando il brodo di cottura dello stesso. Un piatto unico interessante è quello delle polpette di formaggio e uova che si prepara semplicemente facendo delle polpette con solo mollica di pane raffermo, uova, formaggio da grattugia e aglio. Si fanno dorare friggendole e si saltano in un semplice sugo di pomodoro e basilico. I svariati e deliziosi dolci hanno come ingredienti farina, olio, vino bianco, ceci, cacao, mosto cotto, cannella, bucce di arancio, pasta di castagne e mandorle tritate, cioccolata fondente, buccia di limone, rum, miele, marmellata di uva nera di Montepulciano, e noci tostate. Per quanto riguarda i vini abruzzesi, i più famosi nel mondo sono il Montepulciano d'Abruzzo prodotto in tutta la regione, ed il Trebbiano d’Abruzzo.
(English) May 26, 2012 – Celano – Hello there friends, are you ready for a new adventure? Lets go to Celano! This lovely little town is in the Province of L’Aquila in Abruzzo. It is situated on a hill that once dominated Lake Fucino which is the largest lake in central Italy but that was drained towards the end of the 19th century. The ancient part of the town is around the castle which once belonged to the powerful Counts of Celano. Celano is 800 meters above sea level, is 65 kilometers from L’Aquila and has a population of about 10000 inhabitants. It had an important strategic role in Roman times, being right on the via Valeria and along the Fucinum Lacum. It played a remarkable role also after the fall of the Roman empire, as we can see from the Lombard settlements of Secuntiano, Oretino e Porciano. The original medieval town, which was on the top of the Monte Tino, was destroyed in 1223 by Frederick II. Subsequently the inhabitants rebuilt their houses where Celano is situated today. Over the centuries the County of Celano belonged to many feudal lords. Today it is a lively agricultural and industrial center. It has modern sports facilities and a growing cultural tourism. In January, in honor of the Feast of Saint Anthony, there are bonfires in the main square. During the first week of August there is a well-known truffle festival. One must visit the famous Castello Piccolomini, the building of which was started in 1392 and finished one century later by Antonio Piccolomini, whose name was given to the castle. The Church of Santa Maria Valleverde, which was founded in the XII century, contains precious works of art. The Gole di Celano is a 5-kilometer-long canyon created by carsic erosion due to the Foce river where the majestic rock walls are at certain points only 3 meters apart. Not far from here is the ancient town of Alba Fucens, an ancient roman colony in 304 B.C., which gets its name from its original position from where one could admire the sunrise on Fucens lake. It is remarkable for its finely preserved fortifications and its external walls have a circuit of about 3 kilometers. Within the walls there are the remains of houses and, although excavations have only been casually made, one can also see what is left of the buildings, roads and an extensive system of underground passages perhaps connected with the defence system of the town. The cuisine of Abruzzo is very diverse. Among the first courses we find the macaroni and spaghetti “alla chitarra” which are made with a utensil called “chitarra” (guitar – the pasta dough is laid on the guitar then pressed with a rolling pin in a backward and forward motion which cuts the pasta in its typical shape) which gives the pasta a thickness and porous texture that allows for the condiments to adhere to it completely. The gravy most commonly used is the “ragù” or meat sauce made with tomatoes and cuts of beef, pork and lamb. Less traditional gravies are those made with wild boar or hare. A delicious stuffed pasta is called “sparone”. The dough is filled with spinach, ricotta cheese and grated cheese, rolled then wrapped in a cloth and cooked. When done, the cloth is removed, it is sliced, some tomato sauce is poured over the slices and it is baked in the oven. Abruzzo has a delicious polenta which gets topped with a sauce made with bacon, sausages, onions and lots of grated pecorino cheese. As for the second courses, we can have the “arrosticini” which are small bits of sheep meat put on little skewers and roasted, or the “porchetta” (roasted pork) and “canzanese” turkey which is served cold with a gelatin obtained from the broth in which it is cooked. An interesting dish is the one with cheese and egg balls. This simple dish is made by mixing stale bread, eggs, grated cheese and garlic which is then shaped into balls that are fried and flavoured with a tomatoes and basil sauce. The wide variety of delicious desserts have among the basic ingredients flour, oil, white wine, chick peas, cocoa, cooked grapes, cinnamon, orange peel, chestnut and almond paste, dark chocolate, lemon peel, rhum, honey, Montepulciano black grape jam, and roasted walnuts. The most well-known wines that come from this region and are famous around the world are the Montepulciano d’Abruzzo, which is produced in the entire region, and the Trebbiano d’Abruzzo.
(Italiano) 27 Aprile 2012 – Assisi – In questa città c’è una spiritualità che tocca il cuore e l’anima di tutti coloro che la visitano. Rappresenta un insieme di capolavori del genio creativo umano, come per esempio la Basilica di San Francesco, che l’ha resa un fondamentale punto di riferimento per la storia dell’arte in Europa e nel mondo. Essendo città natale dell’ordine dei Francescani, Assisi è fin dai tempi medievali associata al culto e la diffusione del movimento Francescano nel mondo con il suo messaggio universale di pace e tolleranza. Il ventiduenne Giovanni di Bernardone, chiamato Francesco, figlio del ricco commerciante di tessuti, Pietro di Bernardone, di famiglia originaria di Lucca, e della moglie provenzale Pica, era nato tra il 1181 ed il 1182. Francesco decise di farsi onore con le armi, partecipando alla crociata di Gualtiero di Brienne, ma una malattia lo costrinse a non arrivare a destinazione. Cambio' vita e, rinunciando alle ricchezze ed agiatezze del patrimonio di famiglia, nel 1205, mentre pregava a San Damiano, decise di riedificare la Chiesa. Nel 1208, avuto nel frattempo in dono dai Benedettini la cappella di Santa Maria degli Angeli (chiamata anche Porziuncola), fondo' l’ordine dei Frati Minori. Fondò poi nel 1212, insieme a Chiara di Favarone di Offreduccio, di famiglia nobile assisana, l’ordine delle Clarisse. Nel 1224 ricevette le stimmate a La Verna e nel 1126 mori' alla Porziuncola. Due anni piu' tardi venne proclamato Santo e Papa Gregorio IX poso' la prima pietra per la chiesa e il convento a suo nome. Ci sono numerose meraviglie da vedere ad Assisi. La Rocca Maggiore, documentata per la prima volta nel 1174, che fu costruita come castello feudale tedesco. Il Tempio di Minerva che non fu dedicato a Minerva, come si pensò in seguito al ritrovamento nel 1° secolo a.C. di una statua femminile, bensì ad Ercole, di cui si è trovato una lapide votiva. L’Anfiteatro Romano del 1° secolo d. C. riconoscibile nella sua forma ellittica dalla disposizione degli edifici medievali. L’Eremo delle Carceri, il cui nucleo era costituito da una cappella circondata da diverse grotte dove si ritiravano San Francesco ed i suoi seguaci per le loro preghiere e meditazioni. La famosa Basilica di San Francesco è su due livelli. I lavori per la Chiesa Superiore iniziarono nel 1239. Nella Chiesa Inferiore si accede per primo ad un transetto creato in una seconda fase della costruzione tra il 1280 e il 1300. A metà della navata, delle scale conducono alla cripta contenente il sarcofago del Santo, scoperto solamente nel 1818. Lo schema della pianta della Chiesa Superiore ricalca esattamente quello della chiesa inferiore sottostante. Mentre la chiesa inferiore con le sue architetture massicce da l’idea di una cripta, la chiesa superiore, slanciata e luminosa, si presenta in uno stile gotico. Nelle pareti sotto alla galleria ci sono 28 riquadri che narrano la vita di S. Francesco. Vengono attribuiti a Giotto ma è probabile che siano stati eseguiti da altri su suo progetto. La Basilica di Santa Maria degli Angeli è la settima in ordine di grandezza fra le chiese cristiane. Poco si addice ai dettami di semplicità francescani, fu però necessaria per poter accogliere le masse dei pellegrini in visita alla Porziuncola. Questa si trova sotto la cupola ed è decorata all’ esterno da affreschi del 14°-15°secolo. All’inizio del presbiterio si accede alla Cappella del Transito, la cella di San Francesco, dove il Santo morì. La Basilica di Santa Chiara invece fu costruita nel 1257. Nella cripta, costruita nel 1850-72, c’è il sarcofago con il corpo di S. Chiara, ritrovato nel 1850. Come in tutta Italia, anche ad Assisi si mangia bene! La sua cucina è legata alla tradizione gastronomica umbra, quindi è semplice, genuina e di qualità. Prosciutti, salumi, formaggi e carni sono i veri protagonisti delle tavole. Tra i piatti tradizionali si possono gustare la "faraona alla leccarda" (condita con una salsa a base di fegatini di pollo, odori e vino bianco), la "torta al testo" (una schiacciata di farina, acqua e olio d'oliva) e varie ricette il cui condimento principale è il tartufo. L'Umbria, con il suo dolce paesaggio collinare di cui il bosco costituisce una parte predominante, è un'immensa tartufaia. Altro piatto tipico della zona è la parmigiana di gobbi, un piatto a base di cardi, mozzarella, sugo di carne e parmigiano. Per completare il pranzo, si può scegliere come dolce le pinoccate, a base di pinoli, e il torcolo, una ciambella con uvetta e canditi. Dai vigneti di questa zona possiamo scegliere di finire il pranzo con un ottimo vino bianco, il Trebbiano dal sapore asciutto e leggermente fruttato, oppure un Grechetto dal sapore asciutto, fresco, leggermente amarognolo. Anche oggi torniamo in hotel arricchiti nel cuore, nello spirito....e nella pancia!
(English) April 26, 2012 - Assisi - This city has a spirituality which touches the hearts and souls of all who visit it. It represents an ensemble of masterpieces of human creative genius which have made it a fundamental reference for art history in Europe and in the world. Being the birthplace of the Franciscan Order, Assisi has, since the Middle Ages, been closely associated with the cult and diffusion of the Franciscan movement in the world, focusing on the universal message of peace and tolerance. The 22-year-old Giovanni di Bernardone, known as Francesco, was born between 1181 and 1182 as the child of a wealthy textile tradesman, Pietro di Bernardone, whose family came from Lucca, and his Provençal wife Pica. Francesco decided to make a reputation for knighthood participating in the crusade of Walter de Brienne, but an illness forced him to renounce. He decided to change his life so, forsaking the riches and the eases of his family fortune, in 1205, while praying at San Damiano, he decided to restore the Church. In 1208, Francesco, having received as a gift from the Benedictines the chapel of Santa Maria degli Angeli (also called Porziuncola), founded his order of the Grey-Friars. In 1212 he also founded with Chiara di Favarone di Offreduccio, daughter of a noble Assisi family, the order of the Clarisse's. In 1224 he received, at La Verna, the stigmata and in 1226 he died at the Porziuncola. Two years later he was proclaimed saint and Pope Gregory IX laid the foundation stone of the church and the convent dedicated to Francis. There are many wonderful things to see in Assisi. The Rocca Maggiore, which earliest records date back to 1174, when it was erected as a German feudal castle. The Temple of Minerva, where a female statue was unearthed in the 1st century B.C., therefore, it was thought to be a temple dedicated to Minerva but subsequent discovery of a votive plaque to Hercules makes it more likely that the temple had been dedicated to him. The Roman Amphitheatre of the 1st century A.D., the elliptical form of which can still be recognized in the lay-out of the medieval houses. The Eremo delle Carceri, with its nucleus that consisted in a chapel with several caves around it, is where Saint Francis and his disciples used to retire for their prayers and meditations. Works on the famous Basilica of Saint Francis, particularly on the Upper Basilica, began in 1239. Entering the Lower Basilica one arrives first at a transept that was built after the building of the church between 1280 and 1300. Half way along the nave a stairway leads downwards to the crypt containing the remains of Saint Francis, discovered only in 1818. The layout of the Upper Basilica is an exact reflection of the original plan of the Lower Basilica. The airy, light, gothic architecture of the Upper Basilica is in direct contrast with the heavy, crypt-like construction of its lower counterpart. The walls under the gallery are covered with 28 frescoes of episodes from the life of Saint Francis. These are attributed to Giotto but it is also said that the cycle was probably painted by others, working from an original project by Giotto. The Basilica of Santa Maria degli Angeli is the seventh largest Christian church. Its magnificence may be at odds with the simplicity preached by Saint Francis himself but the flocks of pilgrims coming to visit the primitive Porziuncola chapel called for a building that was able to accommodate the faithful. This chapel is situated under the cupola and the exterior is decorated with 14th and 15th century frescoes. Access to the Cappella del Transito is from the presbyterium. It contains the cell where Saint Francis died. The Basilica of Saint Claire was built in 1257 and the crypt, which was built between 1850 and 1872, houses the body of Saint Claire, discovered in 1850. As in the rest of Italy, even in Assisi you can enjoy a good meal! Its cuisine is based on the Umbrian region gastronomic traditions and is therefore simple, genuine and of great quality. Hams, cold cuts, cheese and meat are the real protagonists of the Umbrian tables. Among the traditional dishes one can have the "faraona alla leccarda" (guinea-fowl in a sauce made from chicken liver, herbs and white wine), the "torta al testo" (a flat cake made with flour, water and olive oil) and various other recipies in which the main ingredient is truffle. Umbria, with its sweet hilly landscape, of which the forest is a predominant part, is a big truffle-ground. Another typical dish of this area is the “parmigiana di gobbi” (layers of cardoon or thistle with mozzarella, meat sauce and parmisan cheese). To top off the meal, one can choose for dessert the “pinoccate” (pine nut cakes) or the “torcolo” (biscuits with raisins and candied fruit). From vineyards located in the grounds, one can choose to complete a meal with a great white wine, the Trebbiano, which is dry, fresh, with a slightly fruity taste, or the Grechetto, which is dry, fresh, and slightly bitter. Even today we return to our hotel enriched in our hearts, our spirits and…our tummies!
(Italiano) 27 Marzo 2012 – PARMA – Il nostro viaggio virtuale nella meravigliosa Italia continua con una tappa a Parma, città del formaggio, prosciutto e tanto altro! E’ un comune italiano di circa 190.000 abitanti in Emilia-Romagna. Qui le estati sono calde e afose e gli inverni sono rigidi con temperature minime spesso al di sotto dello zero. Parma è famosa nel mondo per i suoi prodotti alimentari e per la sua cucina, in particolare per il formaggio Parmigiano Reggiano e per il Prosciutto di Parma. Questi prodotti sono tutelati dai rispettivi consorzi di produzione che ne certificano l'origine e la qualità. Alcuni dei piatti tipici sono i tortellini d’erbetta, gli anolini in brodo, il soufflè di Parmigiano, il risotto alla parmigiana e le tagliatelle al Prosciutto di Parma. Il vino di maggior produzione nella provincia di Parma è il Lambrusco, un vino rosso scuro dal moderato tenore alcolico. A Parma si trovano le sedi di due famose multinazionali, la Barilla e la Parmalat. L'occupazione da parte dell'uomo della pianura parmense risale a l’età del bronzo. Per gli storici Parma sarebbe stata una città etrusca. Il nome trova le sue origini nel latino ‘parma’ che era il termine che si utilizzava per lo scudo rotondo utilizzato dall’esercito. Nel 183 a.C Parma divenne una colonia romana e ad ogni famiglia installata lì venne affidato un lotto di terra. Con il trascorrere degli anni la fedeltà dimostrata dalla colonia nei confronti dell'Impero valse alla città il titolo di Augusta Parmensis. Durante il medioevo Parma divenne una tappa importante della Via Francigena, la strada principale di collegamento tra Roma ed il nord Europa. Da non perdere è il Duomo, sorto tra i secoli XI e XII a ridosso della cinta muraria romana ed è fra le maggiori opere dell’architettura romanica. La sua cupola è stata dipinta dal Correggio e al suo interno ci sono sculture di Benedetto Antelami. Il centro storico e culturale della città è il Palazzo della Pilotta. Situato invece a pochi chilometri dal centro storico si trova il monumento più emblematico della città, l’Abbazia Cistercense di Valserena, comunemente chiamata la Certosa di Parma che ispirò Stendhal. Da visitare è il museo dedicato al famoso musicista Arturo Toscanini e la sua casa. Parma è la sede della prestigiosa e antica Università degli Studi di Parma, dotata di infrastrutture scientifiche d'avanguardia. Durante la nostra fermata in una delle fabbriche di prosciutto in questa valle gastronomica italiana, non solo abbiamo la possibilità di assaggiare le delizie del posto, ma visitiamo anche il Museo del Prosciutto dove scopriamo secoli di tradizione nella produzione di un cibo di altissima qualità e le curiosità, la storia e la ricchezza di questo eccezionale salume.
(English) March 27, 2012 – PARMA – Our virtual tour continues in this marvelous Italy with a stop in Parma, city of cheese, ham and so much more! It is a city with approximately 190,000 inhabitants in the region of Emilia-Romagna. Here the summers are hot and humid while the winters are really cold with temperatures often going below zero. Parma is famous for its food and rich gastronomical tradition, above all its Parmigiano Reggiano cheese and the Prosciutto di Parma ham. These products are protected by their respective production consortiums which certify their quality and origin. Some of its most famous pasta dishes are the "tortelli d'erbetta", the "anolini in brodo", the “soufflè di Parmigiano”, the “risotto alla parmigiana” and the “tagliatelle al Prosciutto di Parma”. The most popular wine produced in this region is the Lambrusco, a dark red wine which is moderately low in alcohol. Parma is home to two famous food multinationals, i.e. Barilla and Parmalat. Parma was already a built-up area in the Bronze Age. The city was probably founded and named by the Etruscans. The name finds its origin in the Latin word ‘parma’ which was a circular shield used by the soldiers. The Roman colony was founded in 183 B.C. and the families that settled here received land to cultivate. With time this colony was honored with the title Augusta Parmensis for its loyalty to the imperial house. During the Middle Ages, Parma became an important stop for pilgrims travelling to Rome on the Via Francigena, the main road connecting Rome to northern Europe. One of the main monuments is the romanesque Cathedral built between the 11th and 12th centuries which houses both sculptures by Benedetto Antelami and frescoe masterpiece by Correggio. On the outskirts of Parma is the renowned Certosa di Parma which was a Carthusian monastery at the time that Stendhal’s novel ‘The Charterhouse of Parma’ was written. One can also visit the Museum House of Arturo Toscanini, where the famous musician was born. Parma is also the home of the University of Parma, one of the oldest universities in the world which offers its students avant garde scientific infrastructure. During our stop at one of the ham factories in this Italian food valley, we get the chance not only to taste the delicious ham, but we visit the Museo del Prosciutto where we learn about the centuries-old tradition of how an exquisite high-quality food is obtained from the pork meat and the curiosities, the history and the richness of this exceptional ham.
(Italiano) 5 Marzo 2012 – Lago di Como – Salve amici di viaggio! Cosa sapete di Como a parte il fatto che George Clooney ha una villa lì da alcuni anni? Beh, la città di Como si trova sulla punta sud del lago ed è racchiusa tra incantevoli colline. Il centro storico è compreso tra le vecchie mura medievali e offre ai suoi visitatori monumenti e luoghi carichi di storia. E’ una città dinamica ed imprenditoriale. Il settore tessile l'ha portata ad una notorietà a livello internazionale e fino a qualche anno fà era considerata la "Capitale della Seta". Dista a meno di un'ora da Milano dalla quale è ben collegata con i treni e l'autostrada. Como ha una grande isola pedonale destinata al passeggio e allo shopping. Ci sono molti negozi esclusivi di abbigliamento ed accessori "Made in Italy". Naturalmente, grande spazio viene dato agli articoli in seta, sia negli showrooms più eleganti che nelle piccole boutiques. Ci sono molte botteghe d'arte per comperare quadri, tappeti, vetri e porcellane da collezione. E’ d'obbligo la sosta nelle numerose e profumatissime pasticcerie dalle vetrine colorate! Abitato fin dall'epoca preistorica, il Lago di Como ha sempre avuto una grande importanza come via di comunicazione tra le regioni del nord e del sud. Vi si stabilirono gli antichi Romani che ne fecero un punto strategico. Attorno all'anno 1000, la città di Como, divenuta Comune autonomo, dovette lottare a lungo per la propria autonomia. Subì la signoria dei Visconti e degli Sforza, seguite dalle dominazioni straniere degli spagnoli, gli austriaci e dei francesi. Il Lago di Como, con un'area di 146 km, è il terzo lago italiano per estensione dopo quello di Garda e il Verbano ed è a 199 metri sul livello del mare. E’ interamente circondato da montagne di cui la più alta è il Monte Legnone (2609 m). Lungo le sue rive si alternano pascoli, boschi, rocce aspre e imponenti, pittoreschi paesi affacciati sull'acqua e belle ville con parchi e giardini. La gastronomia comasca risente della conformazione del suo territorio. La cucina del Lago è naturalmente a base di pesce ma nelle vallate si possono invece scoprire i piatti tradizionali di una cucina povera ma genuina, a base di polenta gialla, di polli ruspanti, di capretti e di selvaggina di bosco. Discendendo verso la Brianza comacina, confinante con quella milanese, prevalgono invece robuste specialità come la "cazeula", la busecca o foiolo, la polenta e uccelli, i cotecotti con fagioli e naturalmente tutti i prodotti della salumeria "nostrana", come le filzette e i cacciatorini. Fra i dolci si può gustare la tipica "cotizza", una focaccia casalinga, fatta con farina, latte, zucchero e scorza di limone, o la "Resta de Comm", una specie di oblungo panettone. Non dimentichiamo poi i gustosi Nocciolini di Canzo, uno tira l' altro! Per quanto riguarda i vini ci sono degli ottimi vinelli leggeri come il Chiaretto rosso-rubino di Bellagio. In Brianza invece si produce il celebre bianco secco di Montevecchia. Parlando appunto di Bellagio, non a torto è conosciuta come la "perla" del Lago di Como ed è senza dubbio la località lariana più famosa. Per secoli la sua particolare conformazione ha incantato artisti e scrittori, sia italiani che stranieri. La cittadina si estende in parte sulla zona rivierasca e in parte sulle pendici del promontorio. Grazie a questa particolare ubicazione la vista può spaziare su tutto il lago. Ha un clima mite d'inverno e temperato d'estate. E’ un luogo ideale per chi ama le tranquille passeggiate ma a chi preferisce una vita più movimentata, offre numerose e diversificate strutture turistiche e sportive. Di notevole interesse architettonico sono le chiese romaniche. Sono comunque famosissime le sue ville coi relativi parchi. Il parco di Villa Serbelloni è considerato uno dei più belli d'Italia e occorrono circa due ore per visitarlo interamente. Tra le ville più belle dobbiamo menzionare Villa Melzi, Villa Poldi Pezzoli, Villa Giulia e Villa Belmonte. Stasera tutti liberi di esplorare le bellezze del posto a proprio piacimento oppure gustare un bicchiere di vino mentre si ammira il panorama mozzafiato dalla terrazza del nostro lussuoso hotel sulle rive del lago.
(English) March 5, 2012 – Lake Como – Hello fellow travellers! What do you know about Como besides the fact that George Clooney has had a villa there for the past few years? Well, the city of Como is situated on the southern banks of the lake and is encircled by enchanting hills. The historical centre is located inside the ancient city walls where one finds many interesting historical monuments and sites to visit. It is a dynamic business city and its important history in textile, mainly silk, manufacturing and trading has given it international fame to the point where it was, until a few years ago, referred to as the “Silk Capital”. Travelling from Milan to Como takes less than one hour by train and even less time by car. In Como there is a large pedestrian area for shopping. There are some of the most exclusive clothes and accessories shops where you can purchase garments bearing the famous "Made in Italy" labels. Como’s quality silk is famous and, of course, there are many silk boutiques and showrooms. For those interested in antiques, Como is well known for its antique paintings, carpets, glassware and chinaware. A stop in one of the numerous pastry shops with the colorful windows and delicious aromas is a must! There are signs that in the prehistoric era the area was inhabited, and ages later, during the Roman Empire, the area became an important passageway in the transportation of goods from the north to the sea. Around the year 1000, the city of Como became an independent Council, however, always having to strive to keep its independence. It was for many years under the domination of the Visconti and the Sforza families, and was later dominated by the Spanish, the Austrians and the French. Lake Como, measuring 146 kms, is the third largest lake after Lake Garda and Verbano and is 199 meters above sea level. It is surrounded by mountains, the highest being Monte Legnone (2609 m). Its shores feature a succession of pastures, woods, harsh and impressive rocks, charming villages facing the lake, magnificent mansions with beautiful gardens. The local cuisine is influenced by the structure of the territory. Obviously, the lake cuisine is based on fish but in the valleys one finds a frugal yet genuine cuisine, based on polenta (corn-meal mush), “polenta taragna” (buckwheat mush) and “polenta cunscia” (with a characteristic garlic flavour), both cooked with butter and cheese; farmyard chicken, goat-kids and wild game. In the part of Brianza that borders on the province of Milan, rich dishes such as “cazeula”, “busecca”, polenta with birds, spiced pork sausages with beans and typical cold cuts like “filzette” (long thin salami) and “cacciatorini” (short salami) prevail. With regard to cakes, there are the typical pancakes called “cotizza” made with flour, milk, sugar and lemon peel, and the “Resta de Comm”, a sort of oblong panettone. We mustn't forget to taste the Nocciolini di Canzo, crumbly hazelnut cookies, where one is not enough! As for the wines, there are some varieties of excellent light wines such as the ruby-red Chiaretto Bellagio. In the Brianza region we find the famous dry white Montevecchiarta. Speaking of Bellagio, it is no mistake that it is called the "pearl" of Lake Como. Its scenic location has enchanted artists and writers, not only from Italy but also abroad, for centuries. The town stretches along the coast and part of it goes up the slopes of the promontory. Because of its location it offers a good view of the whole lake. It has mild winters and pleasant summers. It is an ideal place for those who like to take walks yet for those who are more energetic, it also offers many sport and leisure activities. The romanesque churches are of considerable architectural interest. Bellagio is famous for its villas and their parks. The park of Villa Serbelloni is considered one of the most beautiful in Italy and takes about two hours to visit. Among the most beautiful villas in the area we must mention Villa Melzi, Villa Poldi Pezzoli, Villa Giulia and Villa Belmonte. This evening everyone is free to explore the beauties of this area at ones leisure, or enjoy a glass of wine while admiring the breathtaking view from the terrace of our luxurious hotel on the shores of the lake.
(Italiano) 14 Febbraio 2012 - Sicilia - Buongiorno a tutti e Buon San Valentino! Oggi vi porto con me nella meravigliosa isola della Sicilia! Per la sua posizione strategica, grazie alle tracce rinvenute nelle grotte della costa settentrionale, sappiamo che è stata abitata sin dall'epoca paleolitica e mesolitica. I primi abitanti furono, secondo Tucidide, i Sicani provenienti dall'Iberia (VIII-VII secolo a.C.). Gli Elimi, forse esuli troiani, giunsero dalla Libia e si stanziarono tra Erice e Segesta, mentre i Siculi provenienti dal continente si sarebbero stanziati nella parte orientale dell'Isola. A partire dal 735 a.C. arrivarono i primi coloni greci e nel 265 a.C. i Romani. La Sicilia ti sorprende per gli scenari unici e irripetibili che solo la Sicilia può offrire. E’ una terra ricca di storia, di tradizioni e di arte, con estati calde ed inverni brevi e miti. Ha 1500 km di coste, incluse le isole minori, e spiagge di sabbia piatte e infinite, oppure di sassi, piccole e scoscese, scogliere candide, dalle molte sfumature dell'ocra, del giallo e del grigio, e perfino nere di lava. Per parlare della gastronomia sicilia, cerchiamo di illustrare alcuni piatti caratteristici. Tanto per aprire l'appetito ci sono cardi e carciofi passati in pastella e fritti, gli insaccati, le olive "acciurate" (annegate nell'olio extravergine d'oliva insieme con odori tipici), e la caponata (una ricetta a base di melanzane). Ottime le panelle, cotolette di farina di ceci incredibilmente gustose con una spruzzata di limone. E poi i formaggi: caciocavallo, maiorchino, ericino, piacentino e il fiore sicano. Passando alla pasta, la prima tra tutte è la pasta al forno (uno sformato di anelletti infarciti da sugo, carne macinata, melanzane, formaggio a pasta filante, salame). Buonissima la pasta con le sarde e d’estate è imperdibile la pasta con i tenerumi (germogli della pianta di zucchine lunghe). Deliziosa anche la pasta alla trapanese (con il pomodoro crudo e l'aglio) o la pasta alla 'Norma' con il sugo e le melanzane fritte. La Sicilia è rinomata per il suo ottimo pesce, in genere cucinato al forno o alla brace, le sarde a beccafico (involtini di sarde ripieni di pangrattato, pinoli, uva sultanina) oppure la gustosissima salsiccia, fritta o cotta alla brace, e la carne di castrato. E per concludere, il dolce! C'è la cassata, i buccellati a base di marmellata di fichi, la frutta martorana a base di zucchero e farina di mandorle, i cuddureddi, dolcetti al ripieno di miele o di ricotta o di frutta candita, i dolcetti alle mandorle o le reginelle, biscotti ricoperti di sesamo, ed i famosissimi cannoli! In questa terra benedetta dal sole, la terra fertile ha generato un'agricoltura straordinaria che si sostanzia in uno dei suoi prodotti più apprezzati nel mondo: il vino. Per citarne alcuni: Catarratto, Contea di Sclafani, Contessa Entellina e Monreale (nome che riporta alla bella cittadina normanna con il suo famosissimo Duomo), Satiro Danzante, Santa Margherita di Belìce, Sambuca di Sicilia, Menfi, Contessa Entellina, ed il Nero d'Avola. Posta al centro del Mediterraneo, la Sicilia è la maggiore isola di questo bacino e si trova a soli 140 km. dalla costa africana e a tre 3 km. di mare (Stretto di Messina) dalla Calabria. Tutto intorno troviamo una serie di isole minori: le Eolie ed Ustica, le Egadi, le Pelagie e Pantelleria. Il paesaggio siciliano è caratterizzato da grande movimento. L'isola infatti è montuosa e collinare, con un'unica estensione pianeggiante nei pressi di Catania. Il massiccio più importante è quello dell'Etna nella zona orientale dell’isola. Il vulcano, alto circa 3.300 metri, è attivo ed è il più grande d'Europa. Lungo la costa settentrionale troviamo un tratto dei monti Peloritani le cui vette raggiungono anche i 2.000 metri. Il centro della Sicilia è collinare. La Sicilia, con le isole, è costituita in Regione Autonoma, con capoluogo Palermo, dal 1946, ed ha un proprio Parlamento dal 1947. La sua popolazione è stimata in circa 5.000.000 di abitanti, con una densità di 190 abitanti per kilometro quadrato.
(English) February 14, 2012 – Sicily – Good morning everyone and happy Valentine’s Day! Today I’ll take you with me to our wonderful island of Sicily! Due to its strategic position and thanks to the traces found in the northern coast caves, we know that Sicily was inhabited way back in Palaeolithic and Mesolithic times. The earliest inhabitants were, as Thucydides wrote, the Sicanians, who came from Iberia (8th-9th centuries B.C.). The Elymi, perhaps Trojan exiles coming from Libia, settled in the neighbouring areas of Erice and Segesta. The Siculians came from the Italian mainland and occupied the eastern area of the island. The first Greek settlers arrived in 735 B.C. and the Romans arrived in 265 B.C. Sicily amazes all visitors with its unique scenery that only Sicily can provide. An ancient land which is rich in history, traditions and art with its enviable Mediterranean climate, characterized by hot summers and short mild winters. It has 1500 kilometers of coasts, including that of its minor islands, and never-ending flat and sandy beaches or small seashores made of pebbles and cliffs. Every site is characterized by different color blends of ochre, yellow, and grey, even black beaches the color of its lava. To talk about Sicilian gastronomy, we can try to describe some of the typical recipes. Let us start with thistles and artichokes rolled into a special ‘pastella’ made of flour and water then fried, the sausages, the olives "acciurate" (immersed in extra-virgin olive oil together with typical pot-herbs), and the caponata (a recipe containing eggplants). A must are the "panelle", incredibly delicious slices of chickpea flour fried, with a spray of lemon. Then the cheeses: caciocavallo, maiorchino, ericino, piacentino and the fiore sicano. Speaking of pasta, first of all we must mention the "pasta al forno" (a timbale of anelletti with tomato sauce, minced meat, egg plants, cheese, salami). Excellent choice is also the pasta with sardines and in summer you cannot miss the "pasta con tenerumi" (the bud of the long zucchini plants). Delicious also is the "pasta alla trapanese" (with raw tomato and garlic) or the pasta alla ‘Norma’ with the tomato sauce and fried eggplants. Sicily is famous for its excellent choices of fish which is usually baked or grilled, the “sarde a beccafico" (stuffed sardine rolls with bread-crumbs, pine seeds, raisins) or the delicious sausages, fried or grilled, and the mutton. To top off the meal, dessert! There's the "cassata", the "buccellati" with figs marmalade, the "frutta martorana" with sugar and almond wheat, the "cuddureddi", pastries with honey or ricotta cheese or candied fruit, the almond biscuits or the "reginelle", biscuits covered with sesame seeds, and the world famous "cannoli"! In this region blessed by the sun, the fertile land has produced an extraordinary agriculture that can be expressed with one of the most appreciated products in the world: the wine. Just to mention a few: Catarratto, Contea di Sclafani, Contessa Entellina and the Monreale (whose name reminds us of the lovely Norman town with its famous Cathedral), Satiro Danzante, Santa Margherita di Belìce, Sambuca di Sicilia, Menfi, Contessa Entellina, and the Nero d'Avola. It is situated in the centre of the Mediterranean sea and is the largest island of this basin. It is at only 140 kilometers from the African coast and three kilometers by sea (Stretto di Messina) from the mainland. All around it we find many smaller islands: the Aeolian Islands and Ustica, the Egadi, the Pelagie and Pantelleria. The island is mountainous and hilly, with only one big plain near Catania. The most important massif is the Etna which is situated in the eastern part of Sicily. The volcano, which is about 3300 meters high, is active and is the largest one in Europe. Along the northern coast there is a stretch of the Peloritan mountains which peaks reach 2000 meters. The centre of Sicily is hilly. Along with its minor islands, it is an Autonomus Region with Palermo being its main city since 1946. It has had its own parliament since 1947. Its population is estimated to be about 5.000.000 with a density of 190 inhabitants per square kilometer.
(Italiano) 25 Gennaio 2012 - SORRENTO - Buongiorno amici, oggi siamo nella stupenda cornice della costa del sud Italia e precisamente a Sorrento! Sorrento . . . quante definizioni sono state attribuite a questa località, una delle più affermate mete del turismo internazionale. Sorrento è la terra dei colori, terra delle sirene, città dei giardini di agrumi. E’ una graziosissima cittadina dove gentilezza ed ospitalità sono un binomio che si tramanda di generazione in generazione. Se ci si sofferma ad osservare quanto può essere suggestivo un tramonto perdendo lo sguardo in direzione di Ischia o Procida, si rimane stupefatti della varietà dei colori e della bellezza dei luoghi. Se si guarda, possibilmente dal mare, il maestoso costone tufaceo che cambia colore ad ogni ora del giorno, si può lasciare andare la mente indietro nel tempo e con un pizzico di immaginazione, si potranno rivedere le navi romane cariche di mercanzie e di marinai operosi, e le maestose ville costruite per gli imperatori romani sui litorali. Molte civiltà sono passate di qui: gli Etruschi, i Greci (che diedero alla città la pianta urbana), ed i Romani. Ai primi del '700 iniziò un periodo di rinascita culturale, economica e sociale per l'intera penisola sorrentina, che raggiunse l'apice nel corso dell'ottocento. Nacque e si consolidò la vocazione turistica di questa località che venne inserita nella lista dei luoghi più significativi d'Italia che ogni nobile rampollo europeo dell'epoca doveva visitare per completare la sua formazione culturale, storica e letteraria. Ospiti illustri quali Byron, Keats, Scott, Dickens, Goethe, Wagner, Ibsen e Nitzsche vennero a soggiornare a Sorrento, in cerca di sole e di ispirazione. Allo stesso tempo si intensificarono le attività lavorative più tradizionali come l'agricoltura, il commercio marittimo e l’industria turistica che attualmente rappresenta il settore portante dell'economia sorrentina. Oggi Sorrento è una moderna cittadina con oltre un centinaio di accoglienti esercizi alberghieri, un ampia scelta di ristoranti e negozi di gran moda. Dal 18° secolo Sorrento divenne famosa anche per la sua grande tradizione artigiana del legno intarsiato. Sorrento è sede di grandi manifestazioni culturali, musicali e cinematografiche, ed è un ottimo punto di partenza per tutte le località turistiche dei dintorni: Capri, Ischia, Napoli, Ercolano, Pompei, Positano, Amalfi. L'opera dell'uomo ha sistemato le zone più impervie trasformandole nelle famose terrazze. Su questi gradoni di terra degradanti verso il mare vengono coltivati aranci, limoni, ulivi e viti. Questi giardini deliziano gli occhi e le narici quando in primavera un profumo inebriante di zagara invade l’aria. Dopo un ottima cena, un bicchiere di buon vino locale e uno spettacolo dal vivo di ballerini di Tarantella, ci incamminiamo verso il nostro delizioso Hotel Gardenia situato in Corso Italia. Qui il proprietario, Gaetano, la sua splendida famiglia, e lo staff ci danno un assaggio di autentica ospitalità all’italiana!
(English) January 25, 2012 – SORRENTO – Good morning friends, today we are in the gorgeous picture-postcard coastal area of southern Italy and precisely in Sorrento! Sorrento . . . there aren’t enough adjectives to describe this town which is one of the most famous international tourist favourites. It is the land of colours, land of the mermaids, city of orange and lemon groves, and a town where kindness and hospitality are a combination that is handed down from one generation to the next. If you just spend a moment to enjoy a sunset and the emotions it gives you when you gaze in the direction of Ischia or Procida islands, you will be amazed by the variety of colours and the beauty of the landscape. If you look, preferably from the sea, towards the great ridge of tuff rock that changes colour at every hour of the day and let your mind go back in time, with a bit of imagination, and see the Roman ships loaded with goods and busy sailors, or the wonderful villas built for the Roman emperors along the coasts. Many civilizations have lived in this area: the Etruscans, the Greeks (who gave the city its urban layout) and the Romans. The beginning of the 18th century saw a time of cultural, economic and social rebirth for the whole Sorrento peninsula. The 19th century was the time when the tourism passion for this area began and it was included in the list of places to visit for every young European noble of the time who wanted to complete his cultural, historical and literary education. Important guests such as Byron, Keats, Scott, Dickens, Goethe, Wagner, Ibsen and Nietzsche came to stay in Sorrento looking for sun and inspiration. At the same time there was an intensification of traditional activities such as agriculture, sea trade and the tourism industry that is currently the most important sector of the economy of the area. Today Sorrento is a modern city which offers high-standard accommodations, a wide selection of restaurants, and the most famous Italian fashion brands. Since the 18th century, Sorrento is also famous for its renowned tradition of inlaid wood craftsmanship. It hosts important cultural, musical and cinema events, and is the ideal starting point for visiting the important tourist sites of the area: Capri, Ischia, Naples, Herculaneum, Pompeii, Positano, Amalfi. Man levelled even the most impervious areas, transforming them in the famous terraced gardens which reach towards the sea, on which he cultivated orange and lemon trees, olive groves and vineyards. These are a delight to both the eyes and nostrils when in springtime the stirring scent of oranges rises in the air. After a delicious meal, a good glass of local wine and a live show of talented dancers performing the famous Tarantella, we head back to our delightful Hotel Gardenia in Corso Italia, the main avenue of Sorrento. Here the friendly owner, Gaetano, his lovely family, and the staff, give us a taste of what true Italian hospitality is all about!
(Italiano) 15 Dicembre 2011 – ACQUAPENDENTE – Questa volta il nostro tour ci porta in una graziosa cittadina situata nell'estremo nord del Lazio quasi al confine con la Toscana e l’Umbria. Acquapendente si trova ad una decina di chilometri a nord del Lago di Bolsena. Deve il suo nome al fatto di essere situata nei pressi di numerose piccole cascatelle che confluiscono nel fiume Paglia. Si ipotizza che nell'ambito territoriale dove è situato oggi il paese, esisteva un centro Etrusco abitato poi dai Romani, successivamente invaso e distrutto dalla furia dei Longobardi. Da un' analisi su documenti antichi invece sembra più probabile una nascita del nucleo urbano originato da un borgo formatosi attorno alla pieve di Santa Vittoria tra il IX e il X secolo, lungo la Via Francigena, arteria che fungeva da collegamento tra Roma, i territori franchi dei Carolingi e i passi germanici. I monumenti da vedere sono la Cattedrale del Santo Sepolcro che fu costruita intorno all’anno 1000, probabilmente su un edificio molto più antico. Lo stile romanico della facciata fu notevolmente alterato dai successivi restauri fino a renderla barocca con un rivestimento in travertino. E’ davvero meravigliosa la Cripta del IX secolo che è strutturata a nove navate su ben 24 colonne in pietra. Il Castello Monaldeschi di Torre Afina, nel borgo di Torre Alfina, con il quale è tutt’uno, è davvero affascinante. Nasce infatti nell’alto medioevo attorno a una torre d’avvistamento già esistente. Dall’alto dei suoi 602 metri sul livello del mare domina il paesaggio circostante. Alla fine degli anni ’60 a Torre Alfina inizia la produzione del gelato artigianale, enorme innovazione per quei tempi, tanto che pian piano negli anni per gli abitanti dell’alto Lazio, dell’orvietano e della bassa Toscana, andare a mangiare il gelato a Torre Alfina diventava un vero e proprio pellegrinaggio, che continua ancora oggi. I prodotti di cui non si può fare a meno per il gelato di qualità sono il latte fresco e la panna fresca, che danno al prodotto un ottimo sapore. L’accurata scelta di tutte le materie prime tiene impegnati, durante la bassa stagione, i gelatieri di Torre Alfina sempre alla ricerca di nocciole delle Langhe, pistacchi di Sicilia, ricotta romana, e così l’impegno continuo a scovare tutti i prodotti migliori per fare un gelato buonissimo. Le Pappardelle al cinghiale sono di sicuro uno dei piatti più tipici della zona. Nel corso degli anni, con il proliferare a dismisura dei cinghiali nei boschi che circondano il borgo, anche la cucina ha risentito di questo fenomeno, sostituendo progressivamente, nella preparazione del ragù, la carne della lepre con quella di cinghiale, dando origine a questo piatto prelibato e caratteristico. La pasta, tagliata larga, è all’uovo e viene rigorosamente fatta in casa. Da oltre dieci anni è protagonista della omonima Sagra, famosa in tutta la zona, che si svolge durante la settimana di Ferragosto nella piazza centrale del Borgo. Prima di tornare in hotel non possiamo non fermarci all’Osteria la Quintaluna per assaggiare delle deliziose pientanze accompagnate a dell’ottimo vino in un ambiente accogliente grazie alla gradevolissima presenza dei simpatici proprietari Valentina e Andrea, che è anche lo Chef!
(English) December 15, 2011 – ACQUAPENDENTE – This time our tour takes us to a lovely town which is situated on the extreme north of the Lazio region almost on the border with Toscana and Umbria. Acquapendente is about ten kilometers from Lake Bolsena. The name of the city, meaning "hanging water", stems from the presence of several small waterfalls forming the Paglia, a stream setting the boundary between Lazio and Toscana. It is believed to have been settled by Etruscans and later the Romans and was then destroyed by the Longobard invaders. However, historical documents of the city say that it was probably a city which flourished from a village which was founded at the foothills of the Santa Vittoria between the IX and X century along the Via Francigena, which was an important road that connected Rome to the Carolingian territories and the Germanic passes. The monuments that one must see are the Cathedral of San Sepolcro which was built around the year 1000. It originally had a romanic style façade which became baroque thanks to the numerous restorations. Inside one can admire the magnificent IX century Cript with its nine naves and 24 stone columns. The castle of Torre Alfina in the hamlet with the same name is fascinating. Originally it was a late medieval watch tower. It is 602 meters above sea level which allows for a clear view of the surrounding countryside. The food and wine of this area are excellent, as in the rest of Italy, but here, already in the early sixties, the typical product was home-made ice cream, which drew lovers of ice-cream from many nearby regions and still does today. The basic ingredients which one cannot do without are the local fresh milk and cream which give the ice cream its excellent flavor. During the low season the ice-cream makers are engaged in the careful selection of the best ingredients, such as hazelnuts from Langhe, pistachios from Sicily and ricotta cheese from Lazio, to create an exceptionally creamy product. The Pappardelle al cinghiale (a type of pasta similar to wide fettuccine topped with a wild boar sauce) are surely one of the most typical dishes of the area. Over the years, the wild boars have multiplied which has allowed for the preparation of the wild boar sauce which slowly replaced the hare sauce widely used in the past. The pappardelle are rigorously hand made with flour, water and eggs. For the past ten years this dish has been the protagonist of the Sagra del Cinghiale which is famous in the entire region and is held during the week of Ferragosto in the main square of the town. Before heading back to our hotel we absolutely must make a stop at the Osteria la Quintaluna where we can enjoy some delicious food accompanied by excellent wines in a warm and welcoming environment made so by the very pleasant owners Valentina and Andrea, who is also the Chef!
(Italiano) 25 Novembre 2011 – TRENTO – Arriva il Natale, una delle feste più belle dell’anno! Ci avviamo verso il nord Italia, nella regione Trentino-Alto Adige e andiamo proprio a Trento, comune di 116.663 abitanti. Qui scopriamo i profumi ed i colori delle feste in uno dei più bei Mercatini di Natale. E’ un momento di festa in questa terra di confine tra la cultura mediterranea e quella mitteleuropea alla scoperta delle antiche tradizioni del Natale alpino. Il Mercatino di Trento è immerso nell’atmosfera rinascimentale del centro storico ed è possibile acquistare e gustare, direttamente dai produttori, i prodotti tipici della cucina e dell’enologia del Trentino mentre si ascoltano le tradizionali musiche e canti natalizi. Più di 500.000 visitatori arrivano ogni anno fra le mura medievali della città per ammirare le sue 68 casette in legno immerse nello storico scenario delle antiche mura cittadine. Offrono i tradizionali addobbi per l’albero di Natale ed il presepe, oggetti d’artigianato, dolci e squisite specialità locali, articoli per un regalo d’atmosfera: dall’arredamento all’oggettistica in tutte le sue forme, dai tessuti ai giocattoli, fino alle splendide e famose decorazioni natalizie impossibili da trovare altrove. All’interno del Mercatino c’è anche una speciale sezione dedicata ai sapori nella quale è possibile gustare, non solo con gli occhi ma anche con il palato, specialità gastronomiche come lo strudel, la “treccia mochèna”, la “polenta brustolada”, le antiche ricette della tradizione trentina e tirolese, sia dolci che salate . Gustiamo anche il "cevap" (kebab), una specialità della Val dei Mòcheni, e il "tortel di patate" . Altre delizie sono i formaggi, il "goulash zuppe", lo speck, i "canederli", i dolci, dolcetti e cioccolato caldo.Tra le bevande si possono assaggiare il famoso “vin brulè” trentino ed il “parampampoli” con il vapore delle tazze che sale profumato tra le luci ed i suoni del folklore più genuino. Gli addobbi degli abeti, giri di danze nei tipici costumi, canti alpini e cori natalizi sono a ogni angolo delle vie. Per i bambini c’è il Trenino di Babbo Natale e nella Casetta di Babbo Natale e degli Elfi del Bosco possono ricevere un simpatico omaggio in cambio delle letterine natalizie. Trento è città d’arte e di storia. Tra i principali luoghi da visitare ci sono il Castello del Buonconsiglio (dimora per secoli dei principi vescovi di Trento), il Duomo e la sua splendida piazza con la fontana del Nettuno, le case affrescate e le chiese del Concilio, i musei e le mostre che fanno di Trento un interessante polo di riferimento culturale. Trento è stata insignita del titolo di Città Alpina nel 2004 ed è sede di una delle più prestigiose università d’Italia. Con il nostro stomaco e le nostre buste piene di delizie, torniamo felici come bimbi al nostro pullman e ci dirigiamo verso l’hotel.
(English) November 25, 2011 – TRENTO – Christmas is coming, one of the favorite holidays of the year! We head for the north of Italy, in the Trentino-Alto Adige region, and exactly to Trento, a city of 116.663 inhabitants. Here in Trentino we find unforgettable fragrances, colors and lights in one of the most beautiful Christmas Markets. During this magical festivity, at this crossways land where Mediterranean and Central European cultures meet, the attention is focused on its ancient Alpine Christmas traditions. The Trento Christmas Market is immersed in a picturesque Renaissance atmosphere where we can feast not only our eyes but also our palate with enticing local genuine food products and wine offered and promoted directly by their producers, while enjoying the traditional music and carols. More than 500.000 visitors each year come within the medieval walls of this city to admire the 68 wooden huts that sell traditional decorations for Christmas trees and nativity scenes, crafts, cakes, local products, original gift ideas and gourmet specialties in a typical food section. In keeping with tradition, at the middle of the main square, a gourmet section is dedicated to the specialties of Trentino. Here we find the apple strudel, the "treccia mochèna" (plaited pastry cake), the "polenta brustolada" (grilled polenta), other traditional recipes (sweet and savory) from the Trentino and the Tyrol regions and local dishes such as "cevap" (kebab), a specialty of Val dei Mòcheni, and the "tortel di patate" (potato cake). There are many more mouth-watering treats including organic cheese and goat cheese, "goulash zuppe" (goulash soup), "speck" (smoked ham), "canederli" (dumplings) and filled pasta, as well as sweets, pastries and hot chocolate. Drinks include the very popular "vin brulè"(mulled Trentino wine) and "parampampoli" (hot toddy) with their steamy aromas rising from the cups and blending with the lights and sounds of genuine folklore. Tree decorating, traditional costumed dancers, carolers and typical alpine musicians can be seen on every corner. Children can ride on Santa’s Train and visit Santa and his Elves’ House where they can receive a token gift in exchange for their Christmas letters. Trento is a city rooted in art and history. A sightseeing must is the Castello del Buonconsiglio (for several centuries residence of the Prince Bishops of Trento), the Duomo, its splendid piazza and fountain dedicated to Neptune, the frescoed houses and Council Churches as well as the museums and exhibitions which make Trento a true landmark of Alpine arts, culture and traditions. Trento was awarded the title of Alpine City year 2004 and is home to one of the most prestigious universities in Italy. With our tummies and shopping bags full of goodies, as happy as little children, we return to our bus and back to our hotel.
(Italiano) 7 Novembre 2011 – CASTELL’ARQUATO – Il nostro bel viaggio attraverso le meraviglie dell’Italia oggi ci porta in Emilia Romagna ed esattamente a Castell’Arquato. Questa meravigliosa cittadina medievale prende il nome da Caio Torquato, il patrizio romano che secondo tradizione fondò qui il primo castrum o, più probabilmente, da castrum quadratum, che nei documenti tardomedievali indica la pianta a forma quadrangolare del castrum. Nel II secolo avanti Cristo probabilmente sorgeva qui una struttura difensiva romana contro le minacce dei Liguri. Nel 756 sotto il nobile Magno diventa una corte organizzata con un suo mercato e l’amministrazione della giustizia. In seguito passa sotto dominio feudale del vescovo di Piacenza, poi ha nel 1220-23 ha una breve fase come libero comune e in seguito passa a quella podestarile con i Podestà nominati dal comune di Piacenza tra le famiglie degli Scotti e i Visconti. Nel 1342 domina Visconti che fa costruire la rocca. Nel 1450 il borgo passa alla dinastia Sforza e ci rimane fino al 1707, quando il territorio passa sotto dominio della famiglia Farnese poi ai Borboni, fino all’avvento di Napoleone. Nel 1860 i domini di Maria Luigia d’Austria passano ai Savoia e quindi allo Stato italiano. Castell’Arquato è un borgo d’arte di rara bellezza con le sue basse case a schiera color mattone e vicoli stretti in acciottolato che portano alla cima del colle, dove si apre l’ampia piazza monumentale che sembra incredibile trovare in un posto così. La parte monumentale è ricchissima. Della Rocca Viscontea, oltre ai muri esterni, oggi restano le quattro torri difensive. Su tutto il complesso domina la mole del Dongione, che vale la salita per lo splendido panorama e il museo medievale che vi è allestito. E’ una delizia perdersi nella trama dei vicoli e delle stradine che rendono così piacevole passeggiare per Castell’Arquato. E’ d’obbligo poi fermarsi in uno dei suoi tipici locali per assaggiare i prodotti del borgo. La cultura della vite ha radici antichissime a Castell’Arquato, sede di un’enoteca comunale e di numerose cantine. Il Monterosso Valdarda Doc Colli Piacentini prende il nome da una collina accanto al borgo, si produce solo nelle valli circostanti ed è, perciò, il vino locale per definizione. Altri grandi vini Doc del territorio sono l’Ortrugo, la Malvasia, il Sauvignon e, tra i rossi, il Gutturnio e la Bonarda. Qui nasce una sorta di crostata al cioccolato la cui ricetta è segreta. Tra i piatti del borgo troviamo gli anolini in brodo il cui ripieno è di Grana Padano amalgamato con pane grattato e odori. Il brodo è rigorosamente di gallina, manzo e vitello. Ottimi da mangiare anche i salumi: tre quelli che hanno ricevuto la Dop, ossia la coppa, la pancetta e il salame piacentino. Ci prendiamo un pò di tempo libero per le ultime foto da portare via...anche se nessuna foto può rendere giustizia a tali bellezze...e andiamo via felici e soddisfatti sul nostro pullman che ci riporta in albergo.
(English) November 7, 2011 – CASTELL’ARQUATO – Our lovely tour through the marvels of Italy takes us today in Emilia Romagna, exactly to Castell’Arquato. The name of this wonderful medieval town derives from Caio Torquato, a Roman patrician who, according to tradition, founded the first local castrum (castle), or more probably, from castrum quadratum (square castle), that in the plants of late medieval documents indicated the ‘castrum’ as having a quadrangular form. In the II century B.C. it was probably a Roman fort built as a defense against the attacks of the Ligurians. In 756, under the aristocratic reign of Magno, it became a thriving and organized court with a market and legal administration. After that it passed under the feudal dominion of the bishop of Piacenza and then in 1220-23 it lived a brief phase of liberal municipality which was followed by a period of mayoralty under the Scotti and the Visconti families. In 1342 Visconti took over and ordered the construction of the fortress. In 1450 the village passed on to the Sforza dynasty, whose government ended in 1707, then the Farnese family, followed by the Borboni who became the new lords of the domain until the advent of Napoleon. In 1860 the province of Maria Luigia of Austria passed to the Savoia family and subsequently to the Italian State. Castell’Arquato is a village of art of rarest beauty with its small line of brick colored houses and narrow cobbled streets that lead to the hilltop and the ample monumental plaza that opens out before you, it seems almost unbelievable to find such a place in this valley. The monumental area is extremely rich. Of the Rocca Viscontea overlooking the plaza one can see, besides the external walls, the four defensive towers. The whole complex is dominated by the millstone of Dongione that is well worth the climb for the splendid panoramic view and the medieval museum. It’s a real pleasure to venture into the streets and lanes that make it so fantastic to take a walk around Castell’Arquato. After that, it’s a must to stop in one of the many typical places to enjoy the local products. Vine culture has extremely antique roots at Castell’Arquato, home to a communal wine shop and numerous cellars. The Monterosso Valdarda Doc Colli Piacentini wine is a local wine by definition, taking its name from a hill by the side of the village and only produced in the nearby valleys. Other great wines of this region are Ortrugo, Malvasia and Sauvignon and the red wines Gutturnio and Bonarda. You can find a special kind of chocolate tart which secret recipe is jealously guarded by the locals. Among the delicious local dishes we find the anolini in brodo, a soup of chicken, beef and veal and the anolini stuffing is made with Grana Padano cheese mixed with breadcrumbs and herbs. Excellent in this area are also the cold cuts: three of which have been given the PDO (Protected Designation of Origin), the coppa (made from pork neck), the pancetta (bacon) and the Piacenza salame. We have some free time for last minute photos to take away with us…even though no photos can ever come near to capturing the amazing beauty of these places that one sees with the naked eye….and we head back to our bus to relax, happy and satisfied, while returning to our hotel.
(Italiano) 17 Ottobre 2011 – LUCIGNANO – Buongiorno cari compagni di viaggio! Ci troviamo in Toscana, una delle più belle regioni d’Italia, famosa in tutto il mondo. Non possiamo non fare una tappa nella splendida Lucignano! Si trova in una bellissima collocazione geografica ed in una posizione dominante a 414 mt. sul livello del mare, sulla Val di Chiana e la strada fra Siena ed Arezzo. E’ stato strategicamente importante fin dall'antichità ed è segnato nella storia come castello medievale fortemente conteso tra i territori confinanti. Con la sua caratteristica forma ellittica a strade anulari concentriche, il borgo fortificato di Lucignano costituisce uno dei più interessanti esempi di urbanistica medievale arrivato fino ai nostri giorni. Si trova vicino a Firenze e Perugia. Munito dai senesi di una cinta muraria già dal 1371, il borgo fu ulteriormente fortificato dai fiorentini con la costruzione, nel 1558, di una Fortezza voluta da Cosimo I de' Medici. Oltre alla Fortezza e alla Rocca nel paese sono ancora visibili ampi tratti delle mura tre delle porte originarie e due torri con apparato difensivo a sporgere. La Maggiolata di Lucignano è uno degli appuntamenti folkloristici più attesi in Toscana. Ogni anno a fine Maggio, come per magia, le strette vie del paese di Lucignano si trasformano in un caleidoscopio di profumi e colori, i colori dei petali delle migliaia di fiori che compongono i carri della Maggiolata. I carri, trainati da un trattore, percorrono in corteo l’intero anello delle vie del paese. Gli abitanti del borgo indossano bellissimi abiti medievali e partecipano alla parata. Nel cuore di ogni abitante di Lucignano alberga ancora il vecchio istinto di sperare, attraverso il successo finale, nella buona riuscita del raccolto per l’anno successivo. Ci fermiano all’ Albergo Osteria da Totò per avere l'occasione fare una lezione di cucina con Totò che propone piatti della vera tradizione contadina. I condimenti sono quelli semplici e genuini che offre la natura, l'olio extravergine è dei loro oliveti, le erbe e gli aromi sono degli orti e le erbette selvatiche sono dei campi. I polli ed i conigli sono allevati a terra dai contadini della campagna intorno a Lucignano. E’ un piacevolissimo ristorante e albergo a conduzione familiare dove si gode di un ambiente sereno e armonioso. Trascorrere una giornata e dormire qui nel borgo è come fare un salto nel passato e assaporare la magia di vivere da vicino la storia italiana.
(English) October 17, 2011 – LUCIGNANO – Good morning dear travelling companions! We are in Tuscany, one of the most beautiful regions of Italy, famous worldwide. We can’t avoid making a stop in the splendid Lucignano! It is situated in a most favorable geographic location and in a dominant position at 414 meters above sea level above the Val di Chiana and the road between Siena and Arezzo. This made it strategically important in ancient times and was a medieval castle strongly disputed between the cities bordering territories. With its distinctive elliptical concentric ring roads, the fortified town of Lucignano is one of the most interesting examples of medieval town planning passed down to our days. It is situated near Florence and Perugia. The Sienese people built its walls in 1371 and the town was further fortified upon request of Cosimo I de 'Medici in 1558 when the Florentines built the fortress. In addition to the fortress and the Rocca we can still see large sections of walls, three of the original gates and two towers with the protruding brick walkway for the cities defense. The Maggiolata of Lucignano is one of the most attended folkloristic events in Tuscany. Every year, at the end of May, as if by magic, Lucignano's narrow streets become a kaleidoscope of scents and colors, with petals from the thousands of flowers that make up the floats of the Maggiolata. The floats parade along the town's streets, hauled by a tractor. People parade in beautiful medieval costumes. In the heart of every Lucignano resident lies the old instinct to hope, through to the final event, for success in the coming year's harvest. We stop at the Albergo Osteria da Totò to enjoy a truly traditional cuisine cooking lesson with Chef Totò. Here the food and the seasoning are simple and genuine. The oil used in Totò's kitchen is from the family’s olive trees, the herbs and aromas are from the fields and the chickens and rabbits are from farms in the countryside around Lucignano. It is an extremely pleasant family-run restaurant and hotel where you find a peaceful and harmonious environment. To spend a day and night in this medieval hamlet is like taking a time machine back into the past and living the magic of Italian history.
(Italiano) 27 Settembre 2011 – VERONA – Buongiorno cari amici, vi sta piacendo questo nostro viaggio virtuale nella nostra Bella Italia? Beh, oggi vi portiamo in una città magica di cui hanno parlato poeti e scrittori di tutti i tempi. Allacciate le cinture e godetevi il panorama! Verona e' al centro della storia italiana ed europea. E' la citta' in cui Giulio Cesare amava sostare ed è la citta' di Carlo Magno e di suo figlio Re Pipino. Verona offre a tutti un patrimonio invidiabile di famosi monumenti che fanno di essa una galleria vivente di tutti i periodi artistici e culturali della civilta' occidentale. Questa splendida città è al centro di un turismo di massa che è sempre piu' specializzato e che puo' offrire nelle diverse stagioni dell'anno attrattive e proposte differenziate. Ci sono le ridenti spiagge della Riviera degli ulivi del Garda da Peschiera a Malcesine, con i comuni intermedi di Lazise, Bardolino, Garda, Torri del Benaco e Brenzone, o le piste bene innevate del Baldo e della Lessinia adatte al fondo e buone per la discesa. Ci sono il "Festival Areniano" della lirica nato nel 1913 ed il "Festival Shakespeariano" della prosa nato nel 1948, da gustarsi nell’ Arena e nel Teatro Romano. Ogni corte antica, ogni chiostro d'estate ospita spettacoli, ed ogni piazza diviene un'arena. E’conosciuta anche per il prestigio della sua Universita' - la facolta' di Medicina e' fra le piu' attrezzate e ricercate d'Italia e d'Europa, a compimento e sviluppo di una tradizione medico-naturalistica rinascimentale, presente ancor oggi anche nel famoso Museo di Scienze Naturali: meta di studiosi da tutto il mondo per le collezioni di fossili e di reperti archeologici. Fermiamoci ad ammirare la magnificenza dell'Arena costruita nel AD 30 su un sito che allora era fuori delle mura cittadine e che all'epoca poteva contenere più di 30,000 spettatori in tempi antichi. Dopo una fermata alla famosa Casa di Giulietta riprendiamo il nostro pullman per andare nella vicina Lazise, uno dei più antichi e romantici paesi sul Lago di Garda, per goderci un delizioso wine tasting! Insieme ai gustosi formaggi e salumi italiani, con un sottofondo di romantica musica lirica, i simpatici proprietari della vigna ci offrono calici di assaggi di Amarone, Bardolino, Soave e Valpolicella . . . meno male che c’è l’autista che ci riporta in hotel!
(English) September 27, 2011 – VERONA – Good morning dear friends, are you enjoying our virtual tour in this Beautiful Italy of ours? Well, today we will take you to a magical city which has been the inspiration of poets and writers of all times. Fasten your seatbelts and enjoy the scenery! Verona has always found itself at the centre of Italian and European history. It is the city where Julius Caesar loved to stay and it is the city of Charlemagne and his son, King Pepin. Verona offers to all an enviable patrimony of famous monuments which make it a living gallery of all the artistic and cultural periods of western civilization. This splendid city has been an ever more popular and increasingly specialised center for tourism, providing an attractive range of activities and events in every season of the year. It offers tourists the sunny beaches of the Riviera degli Olivi on Lake Garda from Peschiera to Malcesine, between which lie the "communes" of Lazise, Bardolino, Garda, Torri del Benaco and Brenzone, or the snow-capped ski slopes of Baldo and Lessinia, ideal for both cross-country and downhill skiing. One can enjoy the “Festival Areniano”, an opera festival founded in 1913 and the “Festival Shakespeariano” for dramatic arts founded in 1948, in the Arena and the Roman Theatre. Yet every ancient courtyard and every cloister are the backdrops to a variety of shows and events in the summer, and every square becomes an open-air arena. The city also enjoys international prestige through its University - the Faculty of Medicine is one of the best equipped and best organized in Italy and Europe and boasts a tradition of medicine and natural history which dates back to the Renaissance, kept alive today by the famous Natural History Museum visited by researchers from every part of the world to see its collection of fossils and archeological remains. Lets stop for a while to enjoy the magnificence of the Arena, built in 30 AD on a site which was then beyond the city walls and which could host more than 30,000 spectators in ancient times. After a visit to the famous “Casa di Giulietta” (Juliet’s house) we get back on our bus to go to Lazise, one of the oldest and most romantic towns on Lake Garda, to enjoy a delicious wine tasting! Accompanied by tasty Italian cheese and cold cuts, with romantic opera playing in the background, the friendly owners of the vineyard offer us wine glasses with tastes of Amarone, Bardolino, Soave and Valpolicella . . . good thing we have a driver to accompany us back to the hotel!
(Italiano) 8 Settembre 2011 - CINQUETERRE - Spero che vi stia piacendo questo nostro tour virtuale in giro per la bellissima Italia. Oggi partiamo presto dal nostro hotel perchè abbiamo tanti splendidi posti da vedere. Si va a visitare la zona chiamata Cinqueterre! E’ un area di 18 chilometri di costa rocciosa ricca di baie, spiagge e fondali profondi, sovrastata da una catena di monti che corrono paralleli al litorale. Ci sono terrazzamenti coltivati a vite ed a olivo, il cui contenimento è assicurato da antichi muretti a secco e sentieri dai panorami mozzafiato. I suoi 5 borghi Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore affacciano sul mare. Monterosso è il paese più occidentale delle Cinqueterre ed è a ridosso di colline coltivate a vite ed olivo. Ha stupende spiagge, scogliere a picco ed acque cristalline. Monterosso vecchio è dominato dai resti del castello a strapiombo sul mare e le tipiche case-torri attraversate da stretti carruggi, tipiche stradine medievali. Vernazza è percorsa da ripide e strettissime viuzze che scendono verso la strada principale che finisce in una piazzetta situata di fronte al porticciolo. E’ punteggiata da costruzioni difensive, case-torri, il Torrione ed il castello dei Doria, simbolo dell’importanza economica avuta nell’antichità. Corniglia si trova su un promontorio roccioso a picco sul mare dal quale si possono ammirare gli altri 4 borghi delle Cinqueterre. Per arrivarci bisogna salire la caratteristica 'Lardarina', una lunga scalinata di mattoni formata da 377 gradini, oppure la strada carrozzabile che dalla ferrovia conduce al paese. Rimangono i ruderi di una rocca risalente al 1556 su una rupe a strapiombo sul mare. La chiesa parrocchiale di San Pietro è una bellissima testimonianza gotico-ligure delle zona. Manarola ha origini molto antiche, fondato dagli abitanti dell'insediamento romano di Volastra. Il nome deriva dal latino "Manium arula", cioè tempietto dedicato ai Mani, dei della casa. Manarola è formata da case-torri arroccate su uno scosceso promontorio di roccia scura. Riomaggiore è il primo borgo che si incontra arrivando da La Spezia ed è strutturato a gradoni. Il paese risale secondo la tradizione all'VIII secolo, fondato da un gruppo di profughi greci in fuga dalla persecuzione iconoclasta di Leone III l'Isaurico. Le abitazioni, tinteggiate con i tipici colori liguri, seguono lo schema delle case-torri, sviluppate in altezza su tre o quattro piani. Nella parte alta si trova la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, costruita nel 1340, ed i resti del castello del XV-XVI secolo. Questi villaggi sono collegati dalla “Via dell’Amore”, una strada pedonale molto suggestiva dove si ammirano splendidi paesaggi tra il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli. Il porto di Portovenere è un insieme di case dai colori luminosi e piccole viuzze medievali che portano su per la collina fino al castello. Si entra dall’antica porta della cittadina e ci si trova subito sulla via principale che è piena di negozi. Sul promontorio c’è una chiesa pittoresca che fu costruita sui resti di un tempio dedicato a Venere, che diede il nome a Portovenere. Si può vedere la grotta di Byron in un’area rocciosa che porta al mare dove il poeta Byron amava nuotare. Portovenere si trova sulla penisola rocciosa del Golfo dei Poeti, una zona del Golfo di La Spezia, che era uno dei luoghi preferiti di scrittori come Byron, Shelley e DH Lawrence. Si trova nella regione delle Liguria ed è a sud-est delle Cinqueterre alla fine della riviera italiana. Dal 1997 Portovenere e le Cinqueterre sono state inserite tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
(English) September 8, 2011 - CINQUETERRE – I hope you are all enjoying this virtual tour of ours around beautiful Italy. Today we leave our hotel really early because we have many splendid places to visit. We are going to see an area called Cinqueterre! It is an area of 18 kilometers of rocky coastline with bays, beaches and deep sea, surrounded by mountains running parallel to the coast. There are terraced cultivations of vineyards and olives protected by old dry stone walls and paths that look onto breathtaking views. Its 5 villages Monterosso, Vernazza, Coniglia, Manarola and Riomaggiore face the sea. Monterosso is the most western town of the Cinqueterre and is protected by hills covered with vineyards and olive groves. It has beautiful beaches, steep rugged cliffs and crystalline waters. The old town is dominated by the ruins of the castle and characterized by typical tower-houses crossed by the "carruggi", narrow medieval streets. Vernazza has a number of little streets connected by steep stairs and is dotted by defensive constructions, tower houses, the Turret and the castle of the Doria family, symbol of its old economic importance. Corniglia is located on a steep promontory with many vineyards from which it is possible to admire the other 4 towns of the Cinqueterre. To reach the town center it is necessary to climb up the "Lardarina", a long stairway of 377 steps, or walk down the street from the train station. There are ruins of a XVI century rock. The parish church dedicated to San Pietro is a beautiful example of the typical Gothic style of the region. Manarola’s origins date back to the Roman settlement of Volastra. Its name derives from the Latin "Manium arula" that means a small altar dedicated to the “Mani”, Roman gods of the house. Manarola is characterized by tower houses that defend the village and the town is located on a sharp promontory of dark rock. Riomaggiore is the first town we see when coming from La Spezia and it is built on various levels along the mountain side. It dates back to the VIII century when a group of Greek fugitives from the persecution of Leone III Isaurico found shelter here. The houses, painted with typical traditional colors, follow the scheme of the tower houses and are structured on three or four floors. In the high part of the town is the parish church of San Giovanni Battista, built in the 1340, and the ruins of the XV-XVI century castle. Connecting these town is the famous “Via dell'Amore” (path of love) which is a fascinating pedestrian walkway from which beautiful landscapes can be admired while listening to the waves that break against the cliffs. Portovenere's harbor is lined with brightly colored houses and narrow medieval streets which lead up the hill to a castle. When entering the ancient city gate one is immediately on the main street which is filled with shops. On the promontory there is a picturesque church which was built on the site of a temple dedicated to Venus, from which Portovenere got its name. One can see Byron's Cave in a rocky area leading to the sea where the poet Byron loved to swim. Portovenere sits on a rocky peninsula in the Gulf of Poets, an area in the Gulf of La Spezia, which was a favorite place of writers such as Byron, Shelley and DH Lawrence. It is in the region of Liguria and is southeast of the Cinqueterre at the end of the Italian Riviera. In 1997 Portovenere and the villages of Cinqueterre were designated by UNESCO as a World Heritage Site.
(Italiano) 1 Settembre 2011 – LAGO MAGGIORE - Coloro che non sono italiani ma che hanno letto Addio alle Armi di Hemingway avranno sicuramente sentito parlare di Lago Maggiore e le sue verdi rive. La zona dei Laghi è stata, ed è ancora oggi, uno dei luoghi preferiti di persone famose come Flaubert, Wagner, Goethe e tanti altri, che hanno tratto ispirazione dalle sue profonde azzurre acque circondate dalle maestose Alpi. E’ uno dei più grandi laghi della penisola italiana e si trova a 194 metri di altezza sul livello del mare ed ha una profondità massima di 380 metri. Le sue rive percorrono una lunghezza di 150 kilometri partendo dal Canton Ticino in Svizzera arrivando a Sesto Calende in Italia. Una delle sue città più belle, Verbania, di circa 31.000 abitanti, è situata in una posizione turistica strategica offrendo molteplici e diversificati itinerari. La regione è ricca di giardini e parchi. Il clima è temperato e più mite in inverno in confronto alle zone più interne. Da vedere assolutamente è Isola Bella, un'isola situata nel Lago Maggiore che fa parte delle cosiddette isole Borromee e si trova a circa 400 metri al largo di Stresa. Misura 320 metri di lunghezza e 180 di larghezza ed è interamente occupata dal giardino all'italiana del palazzo Borromeo. Ospita l’annuale festival di Stresa. Fino al 1632 l'isola era uno scoglio roccioso occupato da un minuscolo villaggio di pescatori provvisto di due chiese. I Borromeo ebbero in feudo dai Visconti tutta questa zona del Lago Maggiore, che fu appunto detta "Golfo Borromeo". Esso venne realizzato nel 1632 ma i lavori subirono una pausa d'arresto verso la metà del XVII secolo a causa della grave epidemia di peste. La costruzione riprese con il discendente Cardinale Borromeo che con l'appoggio finanziario del fratello fece diventare la villa luogo di feste sontuose e rappresentazioni teatrali per la nobiltà europea. Uno degli illustri ospiti dell’Isola fu Napoleone con la moglie Giuseppina di Beauharnais e si può oggi vedere la stanza di Napoleone elegantemente arredata da mobili in stile impero. Il territorio del Lago Maggiore offre una ricca tradizione enogastronomica. I formaggi degli alpeggi, dove mucche e capre pascolano all’aria aperta lungo ampie distese verdi, sono ancora più deliziosi quando vengono gustati con una ampia varietà di miele di produzione locale. La lavorazione e trasformazione delle carni in saporiti salumi che possono soddisfare i palati più decisi è rinomata. I vini locali sono perfetti: dal corposo rosso Ghemme Docg e il Nebbiolo dalle colline di Novara o i vini della zona dell’Angera. Infine, the zona circostante il Lago Maggiore offre una gran varietà di dolci tipici della cucina locale. Il Raduno Internazionale degli Spazzacamini, giunto alla sua 30 ^ edizione, si tiene ogni anno a settembre. Quattro giorni di festeggiamenti tra musica, danze e sfilate quando più di 1200 spazzacamini provenienti da tutto il mondo, per festeggiare e ricordare una professione antica e del tutto particolare, sfilano per le strade in costumi tradizionali. A malincuore lasciamo questa meravigliosa zona dei laghi dopo una stupenda giornata per tornare nel nostro hotel, ma sappiamo che domani è un altro giorno e ci aspetta una nuova avventura....
(English) September 1, 2011 – LAKE MAGGIORE - For those who aren’t Italian, if you’ve read Hemingway’s Farewell to Arms then you’ve heard about Lake Maggiore and its forested shores. The lake district has been, and still is, a favorite place among famous people such as Flaubert, Wagner, Goethe and many others, who were inspired by the deep blue waters backed by the majestic Alps. It is one of the largest lakes in Italy located at 194 meters above sea level with a maximum depth of 380 meters. Its 150 kilometers of shores go from Canton Ticino in Switzerland to Sesto Calende in Italy. One of its most important towns, Verbania, is home to about 31.000 inhabitants and is strategically located in a touristic position offering different and diversified itineraries. The region is rich with gardens and parks. It has a temperate climate which is milder in winter than inland. A must to be seen in the area is Isola Bella , one of the Borromean Islands of Lago Maggiore situated 400 meters from the lakeside town of Stresa. Isola Bella is 320 meters long by 400 meters wide and is entirely occupied by the Palazzo Borromeo and its Italian style garden. It plays host to the annual Stresa music festival. Until 1632 the island was a rocky crag occupied by a tiny fishing village with two churches. The Borromeo family was given this area of Lake Maggiore as a feud by the Visconti family and since then was called “Golfo Borromeo”. It was begun in 1632 but the works were interrupted around middle of the century when the area was struck by a devastating outbreak of the plague. Construction resumed when the island passed to the descendent Cardinal Borromeo whom, with the financial backing of his elder brother, turned the villa into a place of sumptuous parties and theatrical events for the nobility of Europe. One of the most famous guests of the island was Napoleon and his wife Joséphine de Beauharnais whose lavishly decorated bedroom with imperial style furnishings can be seen today. The Lake Maggiore area is renowned in Italy and abroad for its wide range of products. The local cheeses from animals that graze in the open emerald pastures are even more delicious eaten with the high quality honey produced in the area. Special cured meats include the delectable raw ham and salame that will satisfy the most difficult palate. The locally produced wines are perfect: full-bodied reds like Ghemme Docg andNebbiolo from the Novara hills or the wines of the Angera area. Finally, the area surrounding the Lake Maggiore offers a wide variety of local cakes and biscuits that are very popular in the traditional cuisine. The International Meeting of Chimney Sweeps, now at its 30th edition, is held every year in September. Four days of celebration including dances, music and parades when more than 1200 chimney sweeps, coming from all over the world, parade through the streets in traditional costumes to celebrate this particularly ancient job. We reluctantly leave this marvelous lake region after a wonderful day to return to our hotel, but we know that tomorrow is another day and a new adventure awaits us . . .
(Italiano) 25 Agosto 2011 - GUBBIO e Lezione di cucina - Oggi il nostro tour ci porta in una delle regioni più belle d'Italia e l'unica che non è bagnata dal mare: Umbria. Adagiata alle falde del Monte Ingino, Gubbio è tra le più antiche città dell'Umbria, meravigliosamente conservata nei secoli e ricca di monumenti che testimoniano il suo glorioso passato. Testimonianza delle sue antiche origini sono le Tavole Eugubine, uno dei più importanti documenti italici ed il Teatro Romano situato appena fuori le mura. Sovrastata dall'alto dalla monumentale Basilica di Sant'Ubaldo che custodisce le spoglie incorrotte del Patrono, Gubbio ospita capolavori architettonici che simboleggiano e richiamano la potenza di questa città-stato medievale. Tracce di insediamenti preistorici nel territorio sono documentate dal Paleolitico medio. Gubbio fu centro importante degli umbri, come testimoniano le Tavole Eugubine (III-I sec. a.C.), il più notevole cimelio epigrafico dell’Italia preromana. Si tratta di sette tavole in bronzo che contengono prescrizioni rituali per particolari cerimonie e danno anche indicazioni sull’ordinamento della città-stato iguvina. Entro le antiche mura di Gubbio si conserva ininterrotta, fin dal XV secolo (il più antico documento dove se ne fa parola risale al 1461), l'antica tradizione del Palio della Balestra. Questa gara d'armi si svolge nell'ultima settimana di Maggio, in onore del Patrono Sant'Ubaldo, nella suggestiva Piazza Grande, bella dei suoi trecenteschi palazzi e gremita di folla plaudente ad ogni scoccar di balestra. La balestra fu citata ufficialmente per la prima volta in Italia nell'anno 1139, in documenti del Concilio Laterano II°. Questi documenti la definirono letteralmente "micidiale", tanto che viene considerata la regina della armi del medioevo. A Gubbio apparì durante il tramontare delle istituzioni feudali. Oggi per pranzo, invece di fermarci in uno dei tanti ottimi ristoranti del luogo, c'è una sorpresa per i nostri amici - una vera lezione di cucina! Quando si viaggia in Italia, la Castelli Institute può organizzare lezioni di cucina su misura. Per esempio, si può imparare a fare la pasta e la pizza. La pasta è un alimento a base di semola o farina di diversa origine e acqua. Viene divisa in diverse forme sia per motivi decorativi che per adattarsi al tipo di condimento per cui è destinata e per cui gli italiani sono famosi. Sono vestiti di colore e sapore, tagliati su misura per le diverse paste, per le diverse occasioni. Alcuni tra i condimenti più comuni sono il pesto, il ragù alla bolognese, il pomodoro fresco e basilico, l’amatriciana, la carbonara e l’arrabbiata condita con più o meno peperoncino. La pasta lievitata, invece, a base di semola o farina di diversa origine e acqua viene usata per creare deliziose pizze e frittelle di diversi tipi. Una volta lievitata, con questa pasta vengono create delle forme che in seguito vengono cotte al forno oppure fritte poi condite con i tipici gustosi formaggi, affettati, e/o salsa di pomodoro. Dopo la nostra divertente e gustosissima lezione e degustazione, soddisfatti torniamo verso il nostro hotel!
(English) August 25, 2011 - GUBBIO and Cooking lesson - Today our tour takes us to one of the most beautiful regions of Italy and the only one not touched by the sea: Umbria. Laying on the slopes of Monte Ingino, Gubbio is one of the most ancient towns of Umbria, extremely well preserved over the centuries and rich with monuments which testify its glorious past. Two important witnesses of the past are the ‘Tavole Eugubine’, one of the most important documents referring to the ancient people called Italici; and the Roman Theatre just outside the walls of the town. Dominated from the top by the Basilica on which the remains of Saint Ubaldo are buried, Gubbio is rich in architectonic masterpieces that show the beauty and the importance of what used to be, during the Middle ages, a real town-state. Gubbio's origins are very ancient. The hills above the town were already occupied in the Bronze Age. It was an important town of the ancient Umbrian people in pre-Roman times, made famous for the discovery of the Eugubine (or Iguvine) Tables, a set of bronze tablets that together constitute the largest surviving text in ancient Umbrian. Gubbio became very powerful in the beginning of the Middle Ages. The town sent 1000 knights to fight in the First Crusade and according to an undocumented local tradition, they were the first to penetrate into the Holy Sepulchre when the city was seized. Within the ancient walls of Gubbio is held, unbroken since the fifteenth century (the oldest document in which it is put the word dates back to 1461), the ancient tradition of the Palio della Balestra. This contest of arms is held the last week of May, in honor of the Patron Saint Ubaldo, in the charming Piazza Grande, a beautiful plaza with fourteenth-century buildings and crowded with cheering crowd at every stroke of the crossbow. The crossbow, or ballistic, was officially mentioned for the first time in Italy in the year 1139, in the II Lateran Council documents. These documents defined them as "deadly" weapons therefore it is considered the queen of medieval weapons. Today, instead of stopping for lunch in one of the many wonderful local restaurants, we have a surprise for our friends – a real cooking lesson! When travelling in Italy, Castelli Institute can organize customized cooking lessonss For example, you can learn how to make pasta and pizza. Pasta is an unleavened dough made of wheat or buckwheat flour and water. The dough is used to make pasta in a variety of different shapes. These shapes serve for both decoration purposes and to act as a carrier for the different types of sauces which Italians are famous for. The sauce and the type of pasta are usually matched based on consistency and ease of eating. Common pasta sauces are pesto, ragù bolognese, fresh tomato sauce and basil, amatriciana, carbonara and the arrabbiata sauce which is seasoned with hot pepper. The leavened dough, instead, made with wheat or buckwheat flour and water are used to create many delicious different types of pizzas and ‘frittelle’. Once the dough has risen, it is shaped and either baked or fried then garnished with typical yummy cheeses, cold cuts and/or tomato sauce. After our delicious and amusing lesson and lunch, fully satisfied, we head back for our hotel!
(Italiano) 12 Agosto 2011 – SAN GIMIGNANO e SAN GALGANO – Dopo aver pernottato in un albergo tipico della Toscana, con finestre che danno sulle verdi colline sienesi, oggi andiamo a vedere una "perla" della Toscana. San Gimignano è un comune di 7.770 abitanti in provincia di Siena. Per la caratteristica architettura medievale del suo centro storico è stato dichiarato dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità. San Gimignano è per lo più intatto nell'aspetto due-trecentesco ed è uno dei migliori esempi in Europa di organizzazione urbana dell'età comunale. E’ soprattutto famosa per le torri medievali che ancora svettano sul suo panorama, che le hanno valso il soprannome di Manhattan del medioevo. La costruzione delle sue famose torri ebbe luogo nell'11° e 13° secolo. Delle 72 torri esistenti nel periodo d'oro del Comune, ne restavano venticinque nel 1580 ed oggi ne restano sedici - gli altri sono stati distrutti dalle guerre, catastrofi naturali e dall’urbanizzazione. Si erge con il profilo delle sue torri, su di un colle a dominio della Val d’Elsa. Inziò la sua storia intorno al X secolo prendendo il nome del Santo Vescovo di Modena, San Gimignano, che avrebbe salvato il borgo dalle orde barbariche. Ebbe grande sviluppo durante il Medioevo grazie alla via Francigena, il percorso fatto da commercianti e pellegrini, che lo attraversava. Nel 1199 divenne libero comune, combattè contro i Vescovi di Volterra ed i comuni limitrofi, patì lotte intestine dividendosi in due fazioni - guelfi e ghibellini. Nel 1300 ospitò Dante, Ambaciatore della Lega Guelfa in Toscana. Per pranzo ci fermiamo in un ristorante tipico nel borghetto di Abbadia Isola, antico monastero risalente all'anno mille e uno. Il borgo era passaggio dei pellegrini diretti in Francia per la via Francigena. Il cibo è ottimo e appena si entra si sente il profumo di pane appena sfornato. I simpatici proprietari ci danno il benvenuto con un bicchiere di ottimo Vernaccia di San Gimignano, vino bianco dei famosi vigneti della zona. Prima di tornare in hotel facciamo una tappa a SAN GALGANO a vedere la spada nella roccia. Il complesso composto dall'Eremo e dalle rovine della grande Abbazia di San Galgano è uno dei più suggestivi che si trovano in Toscana. Per secoli questa zona ha rappresentato un luogo importante di ritrovo e di riferimento per pellegrini e viaggiatori nell’area della Val di Merse che era densamente popolata, ricca di parrocchie, castelli, villaggi e monasteri. Il mito della spada nella roccia, che tutti conosciamo come la leggenda di Re Artù, echeggia nella storia di un oscuro santo italiano di nome Galgano. A differenza della spada di Artù che si è persa nei secoli, quella della controparte italiana, appunto quella di San Galgano può essere vista oggi nell’Abbazia di San Galgano. Torniamo in pullman per il nostro rientro in hotel e mentre ammirate il paesaggio Toscano vi racconto la leggenda di San Galgano.
(English) August 12, 2011 – SAN GIMIGNANO and SAN GALGANO – After our overnight stay in a typical Tuscan hotel with windows overlooking the green sienese hills, today we are on our way to see a Tuscan “pearl”. San Gimignano is a town of 7.770 inhabitants situated in the province of Siena. Thanks to the characteristic medieval architecture of its town centre, it has been declared a UNESCO World Heritage Site. Its 12th-13th century constructions are practically intact and represent one of the best examples of European urban town planning. This small walled medieval hill town is mainly famous for its medieval architecture, especially its towers, which may be seen from several kilometres outside the town and which give it the nickname of the Manhattan of the middle ages. The construction of its famous towers dates back to the 11th and 13th centuries. Of the 72 towers that existed during the town’s golden era, in 1580 only 25 stood standing and today we can see only 16 - the others were destroyed by wars, catastrophes, or urban renewal. San Gimignano rises on a hill dominating the Elsa Valley with its towers. It began its life as a town in the 10th century taking its name from the Holy Bishop of Modena, St. Gimignano, who is said to have saved the village from the barbarian hordes. The town increased in wealth and developed greatly during the Middle Ages thanks to the "Via Francigena" the trading and pilgrim's route that crossed it. In 1199 it became a free municipality and fought against the Bishops of Volterra and the surrounding municipalities. Due to internal power struggles it eventually divided into two factions - Guelphs and Ghibellines. In 1300 Dante came to San Gimignano as the Ambassador of the Guelph League in Tuscany. We stop for lunch in a typical restaurant in the suburb of Abbadia Isola, a former monastery dating back to the year one thousand and one. This town was a passing point for the pilgrims coming and going to France by the Francigena way. The food is excellent and as soon as we walk in we can smell the delicious aroma of freshly baked bread. The wonderful owners welcome us with an excellent glass of white wine, Vernaccia di San Gimignano, made from grapes grown in the area. Before we return to our hotel we stop in SAN GALGANO to see the sword in the stone. The monumental complex of San Galgano rises in a wild and unspoilt landscape. The Abbey has represented throughout the centuries an important rest stop and point of reference for travellers and pilgrims in the Val di Merse area, which was densely populated, rich in parish churches, castles, villages and monasteries. The sword in the stone myth that we all know from King Arthur has echoes in the story of an obscure Italian saint, Galgano, but unlike the sword from the Arthurian legend that has been lost in the mists of time, its Italian counterpart can still be seen in the Abbey of San Galgano. We get back on our coach for our return to the hotel and while you admire the Tuscan countryside I’ll tell you the legend of San Galgano!
(Italiano) 3 Agosto 2011 - MONTERIGGIONI - Oggi il nostro tour ci porta a vedere una delle meraviglie del medioevo Italiano. Monteriggioni si trova all’estremità settentrionale del proprio territorio comunale e occupa la sommità di una collina dalle pendici coltivate a vigne e olivi. Il castello venne fondato nel secondo decennio del Duecento dalla Repubblica di Siena con il principale scopo di creare un avamposto difensivo contro la rivale Firenze. Vedere da lontano il Castello di Monteriggioni, con i resti delle sue torri e le sue mura che testimoniano un’epoca lontana, si ha davvero l’impressione che il tempo sia rimasto immobile. Il popolo e la sua realtà sono cambiati ma chi ha scelto di vivere a Monteriggioni ha conservato il ritmo lento e ricco della vita a dimensione d’uomo e di natura, con i valori propri della cultura contadina ed a continuo contatto con la storia. Ogni estate a Luglio si può assistere alla rievocazione storica tra antichi mestieri, giullarate e tradimenti! Le mura del castello e la grande piana sottostante si popolano di personaggi, armi, sonorità e situazioni ispirate alle antiche cronache del mondo medievale che trasportano il visitatore in un indimenticabile viaggio tra le storie del passato. Per chi è appassionato di videogames, il famoso gioco Assassin's Creed II è ambientato nel medioevo italiano ed il suo eroe si muove non solo attraverso ricostruzioni perfette di tre delle grandi città rinascimentali, Firenze, Venezia e Roma ma anche di Monteriggioni e San Gimignano. E ora torniamo sul nostro pullman dopo questo tuffo nel passato e torniamo nel nostro hotel dove ci aspetta una gustosa cena con salumi, formaggi e bruschetta locali e dell'ottimo Brunello di Montalcino!
(English) - August 3, 2011 - MONTERIGGIONI - Today our tour takes us to see one of the wonders of medieval Italy. Monteriggioni is situated at the northern end of the region and occupies the peak of a small, rolling hill covered with cultivated slopes with vineyards and olive trees. The castle was founded in the second decade of the thirteenth century by the Republic of Siena with the purpose of creating a defence outpost against its rival Florence. When seen from a distance, the Castle of Monteriggioni with the remaining towers and walls that stand in witness of the distant past, one truly gets the impression that time has come to a stand-still. Over the centuries the inhabitants and their ways of life have changed but those who have chosen to live in Monteriggioni today still keep the slow pace and rhythm of a life which remains in close contact with history and the old agricultural values. Every summer in July one can sit in on the historical re-enactments among ancient crafts, tomfoolery and betrayal! Visitors are taken on an unforgettable journey back in time which is a blend of medieval tradition and innovation. They are welcomed to a great open-air spectacle of heroic armed combats, pranks, intrigue, merry juggling, daily life vignettes, arts and crafts. For those who are videogame fans, the famous Assassin's Creed II takes place in medieval Italy and its hero roams the perfectly reconstructed streets of three important cities of the past and present, Florence, Venice and Rome but also through Monteriggioni and San Gimignano. Now we return to our coach after this plunge into the past and we head back to our hotel where we will enjoy a delicious dinner of local cold cuts, cheeses and bruschetta and some excellent Brunello di Montalcino!
(Italiano) - 22 Luglio 2011 - SANTO STEFANO DI SESSANIO - Primo giorno del nostro blog-tour! Dopo una buona colazione all’italiana e un piacevole giro in un pullman granturismo, la nostra prima tappa di questo viaggio immaginario è Santo Stefano di Sessanio. Era un borgo medieval semi-abbandonato situato nel Gran Sasso ed i Monti della Laga del Parco Nazionale della catena Appenninica Abruzzese. Si trova a meno di 150 km da Roma. Questo borgo medievale che oggi è casa per 120 abitanti è anche un “hotel esteso” dove, oltre agli alloggi ed il catering, si trovano anche laboratori di artigianato tradizionale, una cantina dei vini della zona e dei prodotti culinari, un osteria specializzata in piatti tipici, una sala conferenze, un centro benessere ed un ufficio informazioni per le escursioni. E' un paese completamente costruito in pietra calcarea bianca. Appartengono al dominio dei Medici i loggiati dalla linea elegante, i portali disposti ad arco con formelle fiorite, le finestre in pietra finemente lavorate e le mensole dei balconi. Percorrendo le tortuose stradine si ammirano abitazioni quattrocentesche. A partire dagli anni ottanta il comprensorio aquilano del Gran Sasso sono stati utilizzati come ambientazione per numerosi film. Il primo lungometraggio girato fu Lady Hawke (USA 1985) con Michelle Pfeiffer e Rutger Hauer. L'anno successivo venne ambientato Il Nome della Rosa (FRA-GER-ITA, 1986) con Sean Connery. The American (USA 2010) con George Clooney è stato interamente girato nella provincia dell'Aquila, in particolare tra Castel del Monte, Calascio e Castelvecchio Calvisio. Dopo il sightseeing ci fermiamo ad assaggiare le famose Lenticchie di Santo Stefano di Sessanio. Hanno una forma piatta, un colore marrone scuro ed un gusto superbo e in più sono ricche di ferro. Le origini storiche di questo tipo di lenticchie risalgono al medioevo quando arrivarono in Abruzzo dalla Turchia. Non può mancare un bel bicchiere di Montepulciano d’Abruzzo oppure di Trebbiano d’Abruzzo (o entrambi!) accompagnati al formaggio e gli affettati locali prima di proseguire! Felici e soddisfatti, risaliamo sul pullman e mentre il nostro esperto autista ci porta verso la nostra prossima destinazione, possiamo anche fare una pennichella con la melodia di ‘O Sole Mio’ nel sottofondo . . . . . .
(English) - July 22, 2011 - SANTO STEFANO DI SESSANIO - First day of our blog-tour! After a delicious Italian breakfast and a pleasant ride in a luxury coach, the first stop of our imaginary tour is Santo Stefano di Sessanio. It was a semi-abandoned medieval village located deep inside the Gran Sasso and Monti della Laga National Park of Abruzzo’s Apennine mountain range. It is located at less than 150 kms from Rome. The hamlet, which today is the home to 120 inhabitants, is now also an “extended hotel” where, besides accommodations and catering, one can also see workshops of traditional craftsmanship, a wine cellar with the territory’s wines and culinary products, an inn specializing in local cuisine, a conference hall, a wellness centre and an information centre for excursions. The entire town is built in calcareous rock. Its elegant loggias, arched portals with flowering pots, finely decorated windows and porches date back to the Medici dominion. Walking through the winding tiny streets one can admire the buildings dating back to the 1400s. Since the 1980s the Gran Sasso region has been used as the set for numerous films. The first motion picture filmed in the area was Lady Hawke (USA 1985) with Michelle Pfeiffer and Rutger Hauer. The following year The Name of the Rose (FRA-GER-ITA 1986) with Sean Connery was filmed here. The American (USA 2010) with George Clooney was entirely filmed in the province of l’Aquila, particularly in Castel del Monte, Calascio and Castelvecchio Calvisio. After our sightseeing we stop to taste the famous Lentils of Santo Stefano di Sessanio. They are flat and dark brown and are very tasty and full of iron. The historical origins of this type of lentil date back to the middle ages when lentils arrived in Abruzzo from Turkey. A nice glass of Montepulciano d’Abruzzo or Trebbiano d’Abruzzo (or both!) to accompany the local cheese and cold cuts is a must! Happy and satisfied, we get back on our coach and while our expert driver takes us towards our next destination, we can even catch a snooze while the melody of ‘O Sole Mio’ plays in the background . . . . . .